ATTIVITA' ANNO 2025
PROSSIMI APPUNTAMENTI
PER PARTECIPARE ALLE NOSTRE GITE E' NECESSARIO ESSERE TESSERATI AL GRUPPO DAICHESPIANA
PUO' CAPITARE, E' GIA' CAPITATO CHE QUALCUNO PRIMA DI TESSERARSI VOGLIA, GIUSTAMENTE, PROVARE A CONOSCERCI
IN QUESTO CASO E' NECESSARIO COMUNICARLO A MIRKO TRE GIORNI PRIMA DELL' EVENTO.
Durante le nostre gite i cani non sono ammessi, molti dcs ne posseggono uno e sarebbe un problema dire si a tutti.
PAGINE IN ELIMINAZIONE / COSTRUZIONE
POCO ALLA VOLTA CERCHEREMO DI INSERIRE NEL SITO ANCHE IL MATERIALE RELATIVO AGLI ANNI SCORSI, POCO ALLA VOLTA.....
ANELLO DI ANDORA
Domenica 8 Dicembre 2019 ore 8.30. Ci ritroviamo un bel gruppo al Baretto per iniziare un'altra avventura con i Dcs. Intorno alle 9 alla rotonda di Andora troviamo altri amici, in totale siamo in 28 , e guidati da Vanda e Gabriella partiamo per il crinale di Colla Micheri. Lasciate presto le ultime case di Andora iniziamo a salire per un bel sentiero nel verde. In breve arriviamo alla bellissima chiesa di S. Damiano dove incontriamo la nostra Piera che ci è venuta incontro. Si prosegue per il castello di Andora e saliamo verso il crinale. Poco prima dei ruderi della casella verso Poggio Brea scendiamo al nuovo cimitero di Laigueglia per poi risalire da dove siamo scesi. Si prosegue per Colla Micheri dove sulla bellissima piazzetta consumiamo il nostro pasto poi si sale verso la strada che ci riporterà prima a Mezzacqua e poi ad Andora da dove siamo partiti. È stata una gita molto bella guidati benissimo dalle 2 nostre amiche che ancora ringraziamo. Io personalmente sono rimasto molto contento per avere fatto sentieri nuovi che non conoscevo e goduto dei meravigliosi panorami che non stancano mai. Saltato purtroppo Il finale alla spiaggia di Simona abbiamo concluso la giornata alla festa del vino a Mulino Nuovo. Devo dire che è stata una ottima scelta, vin brulé, castagne arrostite, cioccolata calda e vari assaggi di vino ci hanno fatto concludere degnamente la giornata. Grazie Vanda grazie Gabriella. Ivano..
Domenica 17 Novembre 2019
NO FINISH LINE
Ore sette, sono in stazione a Oneglia, non c'e ancora nessuno naturalmente....
Sono un po' preoccupato, sta piovendo, se fosse così anche a Monaco la manifestazione sarebbe rovinata, speriamo bene.
Ecco i dcs che arrivano alla spicciolata, ci siamo tutti, si parte puntuali alle 07.32 direzione Ventimiglia dove cambiamo treno e intorno alle nove siamo a Montecarlo dove il buon Felice ci aspetta per portarci alla partenza di questa camminata a scopo benefico.
Prima però facciamo una sosta a casa dove Michelle ci ha preparato una bella tavolata con brioche molto molto gradite.
Un caffè e siamo pronti, eletrizzati per questa nuova esperienza che non ha nulla a che vedere con le nostre consuete gite, chissà come sarà.
Indossiamo il nostro badge e via, inizialmente tutti insieme poi per forza di cose ci perdiamo, ci ritroviamo più volte, ci sono moltissime persone, la giornata è bella, soleggiata, qualcuno di noi prova a fare dei piccoli tratti di corsa.
Logicamente non rinunciamo a qualche sosta /rifornimento e anche per assistere ad uno spettacolo di canti e ballo.
Intorno alle 12.30 breve riunione, qualcuno giustamente vuole continuare a correre, io e altri preferiamo smettere e ce ne andiamo lungo la bellissima passeggiata sul mare a Cap d'Ail dove ci fermiamo per un veloce spuntino.
Torniamo quindi in centro a Montecarlo, una breve sosta in un Bar e poi appuntamento con il resto del gruppo in stazione dove alle 16.35 prendiamo il treno e poco dopo le 18 siamo ad Imperia.
Viaggio in treno naturalmente in allegria e risate.
Mirko
16 NOVEMBRE 2019
GITA A CARRU'
Sabato ore otto in attesa del pullmann che ci porterà a Carrù per una gita dal carattere enogastronomico. Bel gruppo, organizzazione di Giusy e Fabrizio, alcuni daichespiana/daichesiballa e purtroppo per me diversi genoani…… Prima sosta all' Autogrill di Carcare e poi un' altra più,,,,, sostanziosa alle Cantine Sobrero a Castiglione Falletto dove tra una degustazione e l' altra trovo il tempo di acquistare tre bottiglie di vino e 15 Kg di mele. La fame però si comincia a fare sentire e Fabrizio, l'autista si affanna a comunicare che manca poco al Ristorante del Bue Grasso di Carrù. Io ci ero già stato ma è sempre impressionante, cinque sale piene zeppe di gente che quando passi neanche ti guarda tanto è concentrata sul….piatto. Organizzazione all' altezza, servizio ottimo e veloce e anche il menu è piaciuto, almeno a sentire anche gli altri. Però il tempo è tiranno, abbiamo appuntamento alla fabbrica di cioccolato di Vicoforte Mondovì, dobbiamo andare. Ormai è buio, non fa freddissimo ma noi alla neve per strada non siamo abituati per cui quando si tratta di fare anche due passi a piedi facciamo molta attenzione. A Vicoforte, in fabbrica, un incontro molto interessante con degustazioni varie e altri acquisti…. oltre ad una spiegazione molto esauriente sul mondo del cioccolato che ho scoperto che non fa poi così male (quello fondente). Ora la giornata è veramente terminata, ce ne torniamo a casa contenti con qualcuno carico di pacchetti e…. cassette di mele. Ancora grazie e complimenti a Fabrizio e Giusy per aver ottimamente organizzato e gestito la giornata.
Mirko
Costa d'Oneglia 10 Novembre 2019
Un appuntamento al quale tenevamo molto e una volta tanto abbiamo… spinto i dcs alla partecipazione e il risultato è stato soddisfacente, 47 adesioni che potevano essere qualcuna in più se al mattino Giove Pluvio non ci avesse messo lo zampino…
Partenza dal parcheggio delle Cave, io in testa al gruppo con il cartello DCS, roba da boy-scout e dietro tutti gli altri in rigorosa fila indiana, ma solo perché si camminava lungo la SS 28…. infatti appena imboccato il sentiero a Passo Rocche il gruppo si è formato come accade durente le nostre camminate.
Quello che non accade spesso invece è arrivare al luogo di partenza con tavoli preparati per la colazione e qui abbiamo dato il meglio di noi stessi, come sempre.
Alle dieci in punto si dà il via a questa passeggiata, inizialmente attraversando i carrugi del paese e poi in aperta campagna dove un componente del Circolo Manuel Belgrano effettua una dimostrazione di come si costruiscono i muretti a secco, io ho capito che è faticoso e non facile.
Al ritorno in paese interessante visita al Frantoio Cavour, splendido con le sue antiche attrezzature.
Il finale ci ha visto ancora alle prese con un bellissimo rinfresco e logicamente anche in questa occasione i dcs si sono dimostrati allenati e preparati….
In discesa quindi verso le nostre auto, felici di aver trascorso una bella giornata insieme e un ringraziamento grande a Giuseppe e a tutti i collaboratori del Circolo per l'ottima organizzazione.
Qualcuno infine ha voluto giustamente concludere la giornata nel modo che ormai sappiamo…..
Mirko
Bric Mindino 29 Settembre 2019
Alcuni di noi hanno ancora nella mente le immagini della bella vacanza in Corsica, oggi riproponiamo la gita al Bric Mindino annullata Domenica scorsa causa pioggia. Gita inserita in calendario già alcune volte ma sempre apprezzata dai dcs, un percorso che almeno fino in vetta abbiamo fatto in inverno con le ciaspole, una meraviglia. Diciannove presenti alla Bennet, Michelle, Felice, Eliana e Simona si faranno trovare direttamente alla Colla di Casotto che raggiungiamo intorno alle nove e un quarto. Il caldo è un'altra cosa, io insisto con i pantaloni corti, da Maggio avrò indossato quelli lunghi una o due volte, compresa la vita di tutti i giorni, oggi forse ho sbagliato...... Ci raduniamo, ci contiamo, siamo in 23 e partiamo dalla Colla di Casotto, mt 1380, tutti in allegria, la strada sterrata è molto agibile, comincia a fare caldo, mi godo i miei pantaloncini. Gruppo perfetto, ogni tanto ci si ferma, Gabriella mi è, come sempre, di grande aiuto nel gestire la situazione, lo fa in silenzio, con discrezione, ma è attenta a tutto. Io seguo Pierluigi che è un pochino preoccupato ma vedo che sta andando bene, la salita è leggera e il dislivello è ben diluito, ad un certo punto si intravede la altissima croce del Bric Mindino, siamo quasi arrivati, il tempo è bello, una volta in vetta mt 1879, ci godiamo un panorama mozzafiato sulle montagne che conosciamo, l'Antoroto, il Pizzo di Ormea, La Cima Revelli, il Mongioie, il Marguareis, il più vicino Monte Grosso dove siamo siamo stati da poco. Ma è ora tempo di pranzo, seduti sotto la croce, tranquilli e di ottimo umore. Sta salendo però la nebbia, foto striscione e via in discesa verso il Colle di Prato Rotondo e qui bisogna dire che.....sfruttiamo il nostro Daniel, tornato In gruppo con nostro grande piacere, come battistrada, nel senso che lo mandiamo avanti per stabilire dove sono i bivi, io l'ho fatto un po' di volte 'sto giro ma non ho una grande memoria fotografica. Tutto sotto controllo, trovata le deviazioni, tutti in fila Indiana, ci inoltriamo in un bellissimo bosco, i nostri fungaioli guardano a destra e a sinistra...... Eccoci al Colle mt 1504 e.... stranamente si sale ancora un po' niente di che, in breve eccoci in discesa, sempre tutti uniti, fermi ai bivi (è così che si fa) fino a ritornare alle auto e al Bar dove non ci facciamo mancare niente.....,neanche la nebbia che ci accoglie all'uscita Bella, bellissima giornata trascorsa con vecchi e nuovi amici, un gran bel gruppo. Mirko -- Inviato da Libero Mail per Android
BALCONE DI MARTA E CIMA MARTA - DOMENICA 13 OTTOBRE 2019
Una gita inserita in calendario più volte nel corso di questi anni, ma che riscuote sempre successo e in effetti si tratta di un posto molto interessante e i panorami da lassù sono mozzafiato. Bella la dorsale che va dal Monega, al Frontè, al Saccarello, Missun, Bertrand,il Pizzo di Ormea e altre cime dove siamo stati sicuramente ma che io non so mettere a.... fuoco. Ventidue i dcs che si mettono in cammino intorno alle nove del mattino da Colle Melosa, non fa freddo e la giornata dovrebbe essere bella. Inizio in salita lungo la nota scorciatoia che nel giro di un'ora ci porta sotto il Rifugio Grai, Imponente, lungo la rotabile militare che percorreremo fino ai baraccamenti militari per poi voltare a sinistra e superata una sbarra ci incamminiamo verso il Balcone di Marta, nel frattempo ci raggiunge Daniel. Arrrivati in vetta mt 2122 io avrei un pochino fame....ma è prevalsa, direi molto giustamente, l'idea di fermarci per il pranzo a Cima Marta, altrimenti quel pezzo di salita non ce la facciamo a farlo...... Dal Balcone panorama sublime oltre che sul Torraggio e Pietravecchia anche sulla sottostante Val Roya, con i centri abitati di La Brigue e Tenda. Riprendiamo la strada per Cima Marta scendendo per prati e quindi iniziamo questo pezzo di salita, corto ma con una bella pendenza, tutti in fila indiana,ognuno con il proprio passo, come é giusto che sia, l'importante é non innervosirsi nell'attesa degli ultimi una volta in cima, ma ormai questo i dcs lo hanno imparato, così come hanno imparato a fermarsi ogni tanto per raggrupparci perché d'accordo che si va in montagna per camminare ma anche per stare insieme. Ero rimasto a Cima Marta.... mt 2138, dove finalmente si mangia, il morale é alto, come sempre, ma la nebbia che sale ci consiglia di levare le tende e tornare giù. A Porta Bertrand ci raggruppiamo e voltiamo a destra lungo un percorso non proprio breve....ma che ci consente di attraversare un bel bosco e farlo conoscere a chi non ci é mai stato, fino alla Fontana Italo dove riprendiamo la strada sterrata che ci riporta alle auto e alla Locanda di Colla Melosa dove terminiamo in bellezza la giornata, una bella giornata trascorsa con vecchi e nuovi amici. Un grazie ad Ivano, perfetto Capogita che ci ha guidato con passione e competenza, come sempre del resto.
Mirko
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 - ANELLO DEL MONTE SETTE FONTANE
Questa mattina siamo in tredici ad incontrarci al parcheggio di Via Littardi, tra i quali due graditi rientri, Gabriella S. e Tatiana M..
Oggi partiremo da Castellaro, dove lasciamo le nostre auto lungo la strada che conduce a Pompeiana e dove troviamo Maurizio ad aspettarci, ora siamo veramente al completo e possiamo iniziare la nostra gita.
Lungo la salita che ci conduce al Santuario della Madonna di Lampedusa Mirko ci racconta la storia della Chiesa che fu realizzata alla fine del 1600 per ricordare le vicende di tale Andrea Anfosso che fu catturato dai pirati barbareschi e dopo varie peripezie, approdato nell'isola di Lampedusa riuscì a scappare dalla schiavitù e rifugiatosi in una grotta trovò un quadro raffigurante la Madonna con il bambino in braccio.
Disperato invocò con le preghiere l'aiuto della Vergine e fu così che trovòl'ispirazione per prendere la tela e utilizzarla come vela per una zattera di fortuna che costruì per tentare la fuga.
Non si sa come.... ma miracolodamente l' uomo riuscì a tornare sano e salvo sulla Costa Ligure, al suo paese, a Castellaro, e per ringraziare la Madonna decise insieme ai suoi concittadini di costruire il Santuario e custodire il bellissimo dipinto che si può ammirare ancora ai giorni nostri.
E infatti giunti al Santuario, sorto su un ripido pendio dominante Taggia e Arma di Taggia, entriamo per una veloce visita, il cammino é lungo, Mirko ci chiama.
Attraversato il porticato della Chiesa proseguiamo su una strada in piano poi su una ripida strada in cemento risaliamo un boscoso vallone di pini marittimi e risalendo pascoli incontriamo antiche caselle per arrivare a San Salvatore, con una magnifica vista sul Monte Faudo, il Monte Follia e i paesi della sottostante vallata.
Procedendo su pista sterrata notiamo alcuni alberi solitari, siamo arrivati in cima al Monte Sette Fontane, mt 781, ancora un centinaio di metri ed eccoci davanti ad un cippo in pietra dove sostiamo per una brave pausa godendo dei magnifici scorci panoramici sulla costa da Imperia a Sanremo, alla vicina Francia e a Nord lo splendido scenario delle Alpi Liguri.
Facendo un breve anello ritorniamo a San Salvatore e ci dedichiamo al....pranzo, sempre in allegria, la solita allegria che contraddistingue il nostro gruppo.
Al termine propongo di andare a trovae Virgilio, il mio amico pastore ma non lo troviamo e dopo un breve esperimento lungo un nuovo sentiero riprendiamo la discesa che ci riporterà a Castellaro ma prima indovinate ? Sosta al Bar dove ci gustiamo la consueta birra che come ormai si sa é il toccasana per contrastare l'insorgere dell'acido lattico
Bella gita, bellissimo gruppo.
Patrizia Briganti
Week End yoga Trekking in Val Maira
28- 29 settembre 2019
Mirko mi ha chiamato di fare un resoconto dell'esperienza che ho condiviso con Rosangela e Maria in Val Maira.
Sabato mattina partiamo alle 7 dal Parco Urbano di Imperia, io salgo in auto con Maria, la sorella Cristina(che non conoscevo) e Alessandra che anni fa ha frequentato il gruppo DCS.
Durante il viaggio facciamo qualche sosta, l'ultima a Dronero al bar per un caffè. Proseguendo in direzione Busca, nei pressi del borgo Villar S.Costanzo ci fermiamo alla riserva naturale"Ciuciu del Villar" abbiamo circa un'ora per visitare una parte del parco, con noi c'è la guida di trekking Barbara che ci accompagnerà in queste 2 giornate. Il luogo è caratterizzato da giganteschi funghi col gambo di terra e il cappello di roccia, ci viene spiegato che questi particolari monumenti si sono formati peruno strano fenomeno di erosione fluviale che ha scavato il terreno intorno lasciando emergere queste curiose pittoresche sculture morfologiche. La passeggiata è piacevole ma bisogna ripartire. Superato il paese Saretto, arriviamo al parcheggio presso le sorgenti del Maira, dove inizieremo l'escursione al lago Visaisa; ormai sono le 13, l'orario non è dei più adatti peraffrontare la salita e comunque ci troviamo a 1600 m. di altitudine e l'aria è ancora fresca, faremo m. 400 di dislivello in circa 2 ore, la pendenza è costante e notevole, il paesaggio molto bello si svolge con il torrente che scorre in un bosco di pino uncinato, poi con i magnifici panorama sulle Alpi Cozie e sulla Rocca Provenzale. Finalmente, dopo un'ultima rampa, sbuchiamo in alto sulla conca che racchiude incastonato tra alte pareti rocciose circondato da un bel lariceto il lago Visaisa; su questo balcone naturale con eccezionale vista lago, effettuiamo la sosta pranzo. Tornati alle auto proseguiamo per Acceglio e arriviamo in locale Frere all'albergo "Le Marmotte" alle 17,30. Alle 18 prima mezz'ora di yoga sul prato antistante l'hotel, condotta dalla bravissima Deborah (figlia di Rosangela) la seconda mezz'ora prosegue in tavernetta sempre con Deborah e Maria Teresa, dove effettueremo un rilassamento profondo ricevendo un bagno di suono con le campane tibetane cullati da alcuni mantra dalla voce armoniosa di Maria Teresa. Una sorprendente piacevole esperienza colma di belle sensazioni.(anche Maria, che al riguardo era molto scettica, ha gradito)
Domenica 29 Settembrela Escursione Passo della Gardetta con vista sulla Rocca la Meja. Al mattino alle 7 un'ora di pratica yoga in tavernetta; dopo colazione alle 8,45 partenza verso Chialvetta. Lasciate le auto a quota 1600 m. ci prepariamo all'escursione, al momento di partire Lucia,(una peruviana che ci ha raggiunti da Torino per partecipare alla vacanza) avendo dimenticato lo zaino piccolo a casa, è persuasa di poter salire portando tutto il necessario dentro una borsa di plastica da tenere in mano...... mi viene da pensare " Ecco un'altro tipo che starebbe benissimo con i Daichespiana" la convinciamo a trasferire tutto nello zaino grosso e finalmente iniziamo il percorso che dapprima costeggia il torrente poi prosegue nel bosco fino a raggiungere Prato Ciorliero m.1942 ampio pianoro dove possiamo vedere baraccamenti militari semidistrutti costruiti durante la seconda guerra mondiale. Dopo 2 ripidi tornanti presso un pilone votivo abbandoniamo i larici per passare attraverso praterie e terreni rocciosi dai colori cangianti che disegnano grandi curve sulle pareti circostanti; alle nostre spalle possiamo ammirare il bellissimo panorama sul monte Oronaje. Attraversando il Vallo Alpino osserviamo alcuni bunker. L'ampia depressione del Passo della Gardetta è ormai vicina, ancora un discreto sforzo e raggiungiamo il passo situato a quota m.2440 il colpo d'occhio su Rocca la Meja che si staglia maestosa davanti a noi è, a dir poco, impressionante e magnifica!! La meta è raggiunta siamo tutti soddisfatti, ora non resta che concederci una lunga sosta sdraiati sui prati a goderci il sole e l'incomparabile bellezza di questi luoghi.
Patrizia Briganti
SPIAGGIA DI OSTRICONI E DINTORNI
15 SETTEMBRE 2019
Ed eccoci alla terza e ultima gita di questa nostra vacanza in Corsica, oggi é la volta di andare alla spiaggia di Ostriconi facendo un percorso a piedi più breve dei giorni scorsi perché dobbiamo tenere conto che dovremo organizzarci per la partenza in nave da Bastia in serata. Breve sosta a St.Florent per acquistare qualcosa da mangiare e bere e poi in auto lungo la tortuosa ma panoramica D81 e un breve tratto sulla T30, in totale circa 35 km. La giornata è splendida, parcheggiamo le auto ai limiti del Desert Des Agriates, che in verità non é un vero e proprio deserto ma ne ha tutte le caratteristiche, terra brulla e disabitata, in pieno contrasto con la vicina folla di St Florent. Les Agriates in tempo verdeggiante é stato lentamente abbandonato dall'uomo, arso dal sole e dai numerosi incendi, in primavera si ricopre di una macchia profumata. La valle dell'Ostriconi costituisce una microregione della Corsica, si estende sull'area di cinque comuni che insieme non raggiungono i mille abitanti. Il fiume Ostriconi che dà appunto il nome a questa zona é lungo 23 km e sfocia a est della famosa spiaggia. Oggi il gruppo é al completo, siamo ancora tutti esaltati dalle bellezze viste in questi due giorni, la Corsica é veramente un Paradiso e in questa stagione non c'é moltissima gente , sia i sentieri che le spiagge sono poco frequentate. Il sentiero che collega la spiaggia di Ostriconi a St Florent é lungo 45 km e va percorso almeno in tre tappe, non si trovano Hotel, solo campeggi, diciamo che non é per tutti. Quello odierno per cui é solamente un piccolo assaggio, guidati dal nostro Ivano che a Giugno essendo in vacanza con la famiglia a St Florent, é venuto a dare una occhiata, in previsione appunto di una nostra gita. Inizio del trekking su asfalto per poi lungo un breve tratto su sentiero raggiungiamo la foce del fiume di cui sopra che qui forma un piccolo stagno che attraversiamo con scarpe e calze in mano, come ieri, per arrivare alla spiaggia di Lotu. Di fronte a noi ora questa spiaggia, una delle più famose della Corsica, la percorriamo con i piedi sul bagnasciuga, in allegria, fino a giungere a una caletta dove pensiamo di fermarci al ritorno dalla nostra passeggiata che si inoltra nel bosco regalandoci panorami stupendi , avessimo ancora i rullini anziché le macchine fotografiche digitali e i telefonini, il costo sarebbe molto alto.... Decidiamo perciò di proseguire su questo bel sentiero con vista sulla Ile-Rousse e dove incontriamo un gruppo di escursionisti a cavallo. Ivano fa un pensierino a raggiungere il colle ma ci sembra un po' distante e abbiamo....fame, si torna alla spiaggia, quasi deserta, dico quasi perchè abbiamo un battibecco con una signora che non gradisce la nostra presenza, diciamo un po' chiassosa e infatti poco dopo si prende il suo ombrellone e si sposta. Momento magico, sole, mare, pranzo, risate, allegria, ottima compagnia, forse il Paradiso é così, mah, intanto a molti di noi non interessa, preferiamo andare all'Inferno, il motivo qualcuno lo sa, chi é curioso mi contatti e lo spiegherò...... E' ora di tornare, ci rifacciamo a piedi nudi la spiaggia e il guado ed eccoci alle auto, il parcheggio intanto si è riempito, del resto é Domenica. Torniamo a St Florent e all'Hotel U Liamone dove Nadia ci attende e poi attraverso il Col de Teghime arriviamo al Terminal della Corsica Ferries a Bastia dove in serata ci imbarchiamo. La vacanza però non é ancora finita, abbiamo ancora la cena e l'immancabile veduta della partenza, con un tramonto stupendo. Al mattino di Lunedi tutti pronti, i più mattinieri sono sul ponte per assistere al sorgere del sole, colazione e giù in garage a cercare le nostre auto. Usciti dalla nave a Porto Vado una breve sosta per saluti, abbracci e un groppo in gola per il termine di questa vacanza che secondo me é stata una delle più belle tra quelle fatte con i daichespiana.
Mirko
P.S. Un ringraziamento ad Anna Tonini e Giovanni Franchetto che ci hanno regalato il nuovo striscione dcs che abbiamo inaugurato appunto in Corsica
14/9/2019 Sentiero del Litorale S.Florent - Spiaggia di Lotu.
Il secondo giorno di permanenza sull'Isola, ci alziamo di buon ora, alle 7,30 facciamo una bella colazione poi ci trasferiamo con le auto a St.Florent, parcheggiando nei pressi del porticciolo. Dopo aver fatto rifornimento di viveri al Market Spar, ci incamminiamo, sempre guidati di Ivano, all'inizio del "Sentier du littoral" Ci mettiamo in marcia sotto i migliori auspici, anche questa mattina il sole splende e in cielo neanche l'ombra di una nuvola. Superato un ponte metallico sul fiume Aliso, ci inoltriamo in una pineta, poi costeggiando il litorale incontriamo delle calette di roccia bianca dove sostano piccole imbarcazioni. Saliamo ancora tra le rocce fino a Punta Cepu dominata dai resti di una fortificazione che faceva parte del sistema difensivo di St.Florent. Continuando il percorso arriviamo alla spiaggia del fiume Santu che riserva al suo interno una piccola laguna da attraversare per poter proseguire; per fortuna il guado non è profondo e l'acqua è incredibilmente pulita, tolti calze e scarponi ci inoltriamo senza difficoltà; è talmente piacevole stare con i piedi a mollo che ci concediamo una sosta in questa bella cornice e Paolo Berginzo ne approfitta per offrirci la bevanda al mojito che ha acquistato al Market ( non alcolica, per fortuna, altrimenti .....addio salita! ) Infilati nuovamente gli scarponi si riparte in salita su un costone di roccia frequentato da alcuni cacciatori di cinghiali, i quali arrivano qui, anziché con le jeep, con il motoscafo..... Senza grandi difficoltà si continua tra le rocce candide di Punta Mortella, dove troviamo, incorniciata in uno scenario pittoresco, la bianca torre genovese distrutta a metà. Proseguiamo tra la macchia mediterranea fino a raggiungere una romantica spiaggia di sabbia bianca delimitata da scogli cariati simili ai merletti; è il posto ideale per fermarci a fare il bagno e per la sosta pranzo. In questa baia deliziosa, ci affrettiamo a spogliarci per tuffarci nelle acque trasparenti dalle molteplici sfumature di turchese. A mio parere il più bel bagno di tutta la vacanza. Dopo aver pranzato prolunghiamo a lungo la sosta inebriati da questo luogo da sogno. Arriva però il momento di rimetterci in cammino, abbiamo ancora molta strada da percorrere fino a Punta Cavallata e alla famosa spiaggia di Lotu un lunghissimo arenile di sabbia bianca, e quando finalmente ci arriviamo, io con Michelle e Tiziana, non resistiamo e ci fermiamo a fare un'altro bagno. Il resto del gruppo ha un'altra priorità, quella di raggiungere al più presto il bar e l'agognata birra Pietra Corsa. Infine ci decidiamo anche noi a raggiungerli al Cabane, caratteristico locale a bordo mare sul sentiero che conduce alla spiaggia di Saleccia. Nel frattempo ci raggiungono Antonella, Marenza e Pierluigi che oggi hanno preferito fare un percorso piu' breve ma altrettanto suggestivo e cioé dalla spiaggia di Lotu alla famosa spiaggia di Saleccia per poi tornare a St Florent con noi. Il rientro a St.Florent è previsto con il battello, ci raduniamo tutti sul pontile, e quando attracca saliamo sul ponte scoperto ad ammirare il bel panorama sulla costa. Sbarcati nel porticciolo, con Ivano, Mirko e altri 6 - 7 ci fermiamo a visitare il centro del paese; St.Florent una volta piccolo borgo dì pescatori, oggi è un centro alla moda con i bei caffè sul porto turistico e una via pedonale nel centro storico che ospita negozi e ristoranti caratteristici. Saliamo a piedi alla città vecchia per scoprire la "Cittadella", monumento dell'epoca genovese, posta sull'altura che domina il golfo e le colline circostanti. Tornati in hotel, ci resta solo il tempo per una doccia ed è già l'ora di scendere a cena; seduti ai tavoli ci scambiamo le impressioni sulla bella giornata appena trascorsa. Arriva il momento clou della serata, quando Mirko annuncia che racconterà la mitica barzelletta delle "Gnagnette" a beneficio di chi ancora non la conosce, ovviamente risate a non finire (la racconta troppo bene) ma il culmine dell'ilarità arriva alla fine quando qualcuno (non faccio nomi) candidamente chiede "ma cosa caspita sono queste gnagnette?!" Si dice che il riso fa buon sangue, beh non so se sia vero, sicuramente il buonumore aiuta.......e come recita la strofa del nostro inno " Daichespiana è finita la gita, noi ci siamo allungati la vita!"
Ciao Patrizia Briganti
Vacanza Corsica dal 12 al 16 settembre 2019
La vacanza inizia a Porto Vado alle 19 sulla banchina della Corsica Ferries, abbiamo formato 4 equipaggi, Mirko, Nadia, Simona, Eliana, Pier con Annalisa, Antonella, Marenza, Paolo Vatteone, con Paolo Bergonzo, Bianca, Tiziana, Livia, con Felice e Michellr ci siamo Ivano ed io. Posizioniamo le auto sulla corsia per l'imbarco e mentre scendiamo dalle vetture Michelle chiede se ceneremo sul ponte del traghetto ma Mirko risponde che secondo lui tra 2 minuti si mangia, infatti in un batter d'occhio, dalle auto esce fuori ogni ben di Dio, ognuno ha portato qualcosa, piazziamo tutto sul cofano della Jeep di Pier che è molto capiente, ci sono vari tipi di torte verdi, pizza, focacce, salame, torte dolci, prosecco, vini a volontà, iniziamo a mangiare sotto gli occhi sbigottiti e forse anche un po' invidiosi dei passeggeri nostri vicini di corsia, avranno pensato " i soliti italiani caciaroni". Alle 8 ci imbarchiamo, a Bianca è rimasta in mano la bottiglia di prosecco e quando saliamo in zona cuccette, l'addetto alle cabine ci chiede se abbiamo brutte intenzioni poi ride con noi. In stanza sono con Bianca, Tiziana e Livia, depositiamo il necessario per la notte, dopodiché scendiamo, sempre con prosecco al seguito, al ristorante dove ci aspettano gli altri. Seduti nella zona libera la cena prosegue festosamente. Quando usciamo sul ponte l'aria è caldissima, ammiriamo le luci della costa che si allontanano sempre più, si è fatta l'ora di ritirarci, domattina avremo la colazione alle 6 e lo sbarco a Bastia è previsto per le ore 7. In cabina con le mie compagne siamo già perfettamente affiatate, il tempo di sistemarci e ci addormentiamo cullate dallo sciabordio della nave. Venerdì 13/9/2019 Il Sentiero dei Doganieri da Macinaggio a Barcaggio. La mattina, sbarcati a Bastia ci aspetta un trasferimento di 38 km in auto per arrivare a Macinaggio punto di partenza della prima escursione. La giornata è bellissima, la strada abbastanza scorrevole, quando arriviamo, Mirko e gli altri autisti portano le auto a Barcaggio, la meta della nostra gita. Al loro arrivo, Ivano che è l'ideatore e Capogita di queste 3 giornate di trekking, ci spiega il percorso e quello che vedremo. Ci troviamo a Capo Corso ( il cosiddetto dito della Corsica) e da Macinaggio inizia la passeggiata più rinomata dell'Isola " le sentier des douanier" uno dei più panoramici che costeggia il mare e assicura degli scorci naturalistici impareggiabili Salendo sulla punta del promontorio si assapora l'ebbrezza di un luogo selvaggio unicamente accessibile a piedi o in alcuni punti con la barca. Dopo aver attraversato la spiaggia di Tamarone, purtroppo invasa dalle alghe, ci inerpichiamo camminando in mezzo alla macchia mediterranea immersi nei profumi e nei contrasti di colori, il verde brillante della vegetazione, l'azzurro intenso del cielo, il bianco il rosso delle rocce che si tuffano a picco nelle acque turchesi. Facciamo una deviazione all'interno x vedere la cappella di Santa Maria, poi ci dirigiamo alla spiaggia con di fronte l'isolotto di Finocchiarola, dove effettuiamo una breve sosta. Il percorso prosegue, si susseguono i panorami pittoreschi sul litorale roccioso, incantevoli calette si alternano alle grotte dove i contrabbandieri nascondevano le loro merci, e alle torri genovesi che punteggiando il tragitto donano al paesaggio un sapore antico. Oltrepassata la torre Santa Maria adagiata direttamente sull'acqua raggiungiamo una bella spiaggetta bianca da un lato delimitata dalle rocce e decidiamo di fermarci qui pet la sosta bagno e pranzo, siamo piuttosto accaldati, quindi ci tuffiamo subito in acqua, qualcuno però avvista delle meduse perciò il bagno dura poco. Seduti sulle rocce mangiamo gli avanzi della sera prima. Giunto il momento dello scatto con lo striscione, si avvicina una coppia di tedeschi, la ragazza simpaticamente vuole farci la foto, e noi per ringraziarla le offriamo pizza e torta verde che accetta molto volentieri. Purtroppo riprendendo il cammino siamo appesantiti dalle cibarie, inizia infatti subito una dura salita, sfortunatamente, Antonella ( una nuova iscritta) perde le suole degli scarponi che si sono scollate, Mirko e Ivano cercano di fissarle con del nastro adesivo per farla proseguire, adesso però inizia a sentire la fatica ed è costretta a fermarsi spesso per riprendere un po di forze, cerchiamo di confortarla come meglio possiamo per incoraggiarla, la salita si fa impegnativa, ma con determinazione piano piano finalmente con grande sollievo si arriva in cima, brava Antonella ce l'hai fatta! Da lì in poi inizia una lunga discesa con la vista mozzafiato sulla torre dell'Agnello, poi la traversata su una lunghissima spiaggia con delle mucche al pascolo e infine ecco Barcaggio e l'isolotto della Giraglia. Ci fiondiamo al bar della spiaggia, dove Pier e Nadia ci aspettano, ordiniamo birre e bibite fresche, oggi per il gran caldo abbiamo sofferto anche la sete, ci siamo meritati questa sosta ristoratrice. Adesso ci aspetta un lungo trasferimento su una strada panoramica ma molto tortuosa da Barcaggio a a Saint Florent all' albergo "U Liamone" dove soggiorneremo. La sera a cena ci ritroviamo tutti stanchi, ma ancora con la voglia di festeggiare e terminiamo la serata allietati dai racconti divertenti di Mirko e Ivano. "Corsica l'ile de la beaute' " È proprio vero un'Isola da sogno!
Patrizia Briganti
CIMITERO DI STAGLIENO NOTIZIE
Partenza in treno da Imperia alle ore 08.29 e arrivo a Genova Principe alle ore 10.17 Al ritorno treno Intercity alle ore 18.58 con arrivo a Imperia alle ore 20.22 La visita a Staglieno inizierà alle ore undici e durerà circa due ore e mezza. Per il Cimitero e dal Cimitero ci sposteremo in pullman, in seguito diro' il numero. Non ho prenotato Ristoranti etc. in quanto credo che si perderebbe troppo tempo, ci organizzeremo quindi individualmente. Al ritorno da Staglieno direi di farci fermare dal bus in Piazza De Ferrari, con il Palazzo Ducale da vedere assolutamente o comunque in centro, dandoci appuntamento ad una certa ora per andare con il nostro Paolo Pescarini alla scoperta di angoli nascosti del centro storico. Mi sono sentito con Fabrizia, la Guida che ci accompagnerà lungo la nostra visita al Cimitero Monumentale di Staglieno e la quota individuale è pari a cinque Euro
FORT DE LA REVERE, ILCOMUNICATO
Ritrovo alle ore 08.00 presso il solito parcheggio in Via Littardi a Imperia Porto Maurizio, poco dopo il distributore di carburante. In Autostrada fino a MONACO, poi faremo un tratto di strada che di solito percorriamo in occasione di altre gite con partenza dal mare ma al semaforo che indica CAP D'AIL invece di voltare a sinistra andremo diritti per poi poco dopo svoltare a destra per LA TURBIE. Pochi tornanti e lasceremo le nostre auto nel parcheggio vicino alla pista di automodellismo, un luogo da noi conosciuto. Si tratta di un giro a....otto per cui chi vuole fermarsi ed attenderci a LA TURBIE può farlo, tanto ci ripasseremo. Qui inizieremo il nostro trekking che lungo una bella strada antica romana ci condurrà fino ai 550 mt della TETE DE CHIEN, un luogo da cui si potrà godere della vista sulla costa sottostante e sul PRINCIPATO DI MONACO in particolare. Nei secoli scorsi questo promontorio ebbe una importanza strategica militare in quanto con una batteria qui installata si poteva dominare il sottostante piccolo Principato. Secondo alcuni il nome deriverebbe da Tete de Camp, ovvero estremità del campo militare, in riferimento al luogo in cui Cesare stabilì il quartiere generale delle sue legioni dopo la conquista della Gallia. Dalla TETE DE CHIEN scenderemo all'abitato di LA TURBIE, MT 491 dove esiste il grandioso TROFEO DELLE ALPI o meglio detto Monumentoalla gloria di Augusto che celebra la sua vittoria sui vari popoli alpini. Cimelio che conservala più grande iscrizione latina conosciuta nella storia antica. Da LA TURBIE saliremo al FORT DE LA REVERE, mt 696 Si tratta di una struttura militare costruita tra il 1882 e il 1885 e da qui il panorama è veramente grandioso. Una volta sul posto cercheremo di fornire altre indicazioni
25/8/2019 I sapori della balconata di Ormea.
Della serie" Stamo sempre a magna' " Oggi i Daichespiana si trasferiscono in Valle Tanaro per una gita enogastronomica " I sapori della Balconata di Ormea" esperienza gradita a tutti fatta già molte volte. Il ritrovo alle 7,30 al Bennet, oggi il gruppo è consistente siamo in 27, quando arrivano tutti si parte, io sono in auto con Mirko, Rosangela e Marilena.
La nostra carovana arriva alle 8,45 giusto in tempo per trovare parcheggio, la strada è stretta e i posti sono limitati, infilati gli scarponi ci dirigiamo in paese, l'itinerario di questo giro ad anello inizia da Quarzina una frazione a quota 1337 la più antica del comune di Ormea, ridente paesino situato in posizione soleggiata con le vecchie case in pietra, alcune ben ristrutturate, è una terrazza naturale con un panorama mozzafiato sulla Val Tanaro, il colle di Nava, fino a scorgere nelle giornate più limpide, Imperia e il Mar Ligure.
Dopo aver versato la quota di partecipazione, ci dirigiamo al rifugio Quarzina per un caffè e la sosta bagno. Ci ritroviamo poi tutti alla partenza dove incontriamo i nostri accompagnatori, la signora Paola e suo figlio del CAI di Ormea ; dopo averci spiegato a grandi linee il percorso, si parte, il sentiero comincia subito in discesa, si tratta di uno sterrato ripido e sdrucciolevole, Patrizia, una nostra nuova amica, non avendo le scarpe adatte scivola e rischia di cadere, a malincuore purtroppo è costretta a rinunciare e a ritornare in paese. Peccato! La prima tappa la facciamo sul prato della Chiesetta di S.Lorenzo dove gli organizzatori hanno allestito il primo stand con degli stuzzichini e un ottimo aperitivo a base di succo di sambuco. Alla ripartenza un breve tratto di discesa, quindi inizia la prima salita che ci conduce alla borgata Bricco, seconda tappa per l'antipasto ( torta verde con e senza zucchero, cin ripieno, bevande e vino ormeasco. Arriva il gruppo che è partito dietro di noi, lasciamo loro il posto e attraversiamo la borgata Bricco così chiamata per un'enorme masso al quale è assodata una costruzione in pietra quasi volesse fondersi con la roccia stessa. Adesso nuovamente in marcia affronteremo il pezzo più duro, dovremo salire a quota 1460 in ripida salita per raggiungere località Biranco, il tratto nel bosco è abbastanza agevole, poi uscendo allo scoperto il percorso diventa impegnativo, il panorama cambia totalmente la valle si apre e lo sguardo spazia sulle montagne circostanti, il monte Armetta, il Bertrand, il pizzo d'Ormea, il Bric Conoia e il Mongioe. Con molta fatica giungiamo alla meta dove ci verrà servita la"polenta Gionca" a base di grano saraceno, patate, condita con la tipica salsa di panna, porri, funghi, molto buona! Immancabile un buon bicchiere di ormeasco, che oltre a favorire il buonumore, scioglie la parlantina, infatti con noi c'è il presidente del CAI di Imperia, Dino, oggi particolarmente loquace, sta tenendo banco da qualche ora! Questa località è veramente incantevole, una bellissima casa in pietra con un giardino ricco di splendidi fiori, ma con un po' di rammarico dobbiamo ripartire e inerpicarci ancora al punto più alto dell'escursione a 1620 m. per fare una sosta alla "Croce dei Gasti" e qui ci attende un geologo che ci spiega la conformazione del territorio, non mi addentrero' in questo terreno che non è di mia competenza ( oltretutto mi sono assentata per una sosta bagno....)
Il cammino prosegue nello splendore del paesaggio di alta montagna fino a un altipiano, poi scendiamo ai 1570 metri del minuscolo lago Lao e i suoi tritoni, situato in una conca incorniciato dalle montagne che è meta anche nella stagione invernale di piacevoli ciaspolate. Una breve discesa ci conduce alla chiesa dedicata a S.Giovanni Battista dove è stato allestito lo stand per la "Pietonza" ( secondo) a base di spiedini, patatine fritte novelle, formaggi e naturalmente ormeasco, tutto buonissimo, a questo punto siamo strapieni!
Una bella passeggiata tra i prati della Colma, poi la discesa attraverso borgata Brignacchi ci porta a concludere l'anello e a rientrare a Quarzina. Mi attardo a salutare una coppia di amici che hanno casa qui, poi raggiungo gli altri al rifugio, mi accoglie il suono della fisarmonica e i bei canti popolari, oltre a un piattino con il dolce e un buon bicchiere di moscato.
La giornata è terminata in bellezza, a mio giudizio il percorso più entusiasmante della Balconata di quelli che ho fatto finora.
Salutiamo la nostra brava accompagnatrice con un applauso, ci ha assistito con grande disponibilità, competenza e quel tanto d'ironia che non guasta mai.
Inutile ribadire che ringrazio tutti per la gradevole compagnia!
Ciao Patrizia Briganti
A CARNINO A RIFUGIO DON BARBERA – DOMENICA 11 AGOSTO 2019 Resoconto a cura di Patrizia Briganti
Mirko non me ne vorrà se per questo resoconto attingo a qualche brano del mio diario, visto che mi trovo in vacanza a San Giacomo di Roburent. Sveglia al mattino alle ore 05.30, una veloce colazione, ultimi preparativi e alle 07.10 parto da San Giacomo, devo raggiungere Ponte di Nava dove spero che ci sarà qualcuno ad aspettarmi, oggi faremo da Carnino al Rifigio Don Barbera, una escursione fatta già molte volte ma sempre gradita a tutti, visto anche che stavolta pranzeremo al Rifugio..... Scendendo da Pamparato e poi risalendo la Val Casotto e quindi Garessio 2000 non incontro proprio nessuno, a quest'ora del mattino c,é una pace e un silenzio incredibile. Pochissimo traffico anche sulla SS 28 per cui alle 08.05 sono a Ponte di Nava dove trovo Giorgio già lì ad aspettarmi insieme a Rosy ed Eugenia. Proseguo con loro fino a Carnino dove ci incontriamo con il folto gruppo daichespiana, ci salutiamo, rivedo con molto piacere amici che mancano da un po', Sara, Gianni P., Tiziana B. Ore nove, si parte, fa ancora freddino e il percorso inizia nel bosco ma appena usciamo allo scoperto ecco un bel sole che ci riscalda, la salita in compenso si fa dura, tutti risparmiano fiato, ora bisogna impegnarsi, fa caldo ma il percorso é molto bello e anche se ormai lo conosciamo a memoria, non finisce mai di stupirci. Arrivati nel Vallone dei Maestri il panorama si apre, piccola sosta per riprendere fiato e poi nuovamente in salita fino al bivio per la Chiesetta di Sant'Erim, ancora un tratto ripido e mi ritrovo sola sul falsopiano, una piccola farfalla di colore celestino con le ali punteggiate di beige si posa sulla mia mano, penso che presto volerà via e invece non si muove e mi accompagna per una buona mezz'ora fino a quando decide giustamente di andarsene e la saluto con malinconia....vola libera in questo immenso e magico scenario. Senza quasi rendermene conto sono arrivata a Rifugio, una breve sosta sui tavoli all'esterno a poi tutti a pranzo, all'interno dove Mirko aveva prenotato Taglieri di formaggi e salumi, polenta saracena, pasta al ragù, budino, il tutto annaffiato da vino e birra, acqua poca..... Dopo il pranzo con Rosangela saliamo al Colle dei Signori a mt 2111, panorama mozzafiato sul Marguareis e le montagne circostanti. Torniamo giù e ci spaparanziamo sul prato insieme agli altri a prendere il sole mentre Mirko come al solito tiene banco e ci intrattiene con i suoi racconti spassosi. Ore 15.15, é ora di rientrare, la discesa é lunga e impegnativa. Lle 18 circa siamo alle auto, saluto tutti e alle 19.30 eccomi nuovamente a San Giacomo di Roburent. Durante il viaggio di ritorno mi sentivo stanca ma ripensando a tutti gli avvenimenti piacevoli accaduti oggi, il tempo é volato. Alla prossima, daichespiana
4 AGOSTO 2019 – RIFUGIO GENOVA-FIGARI (Valle Gesso)
Levataccia per la gita che faremo oggi, siamo in quindici e ci trasferiremo in Piemonte e più precisamente in Valle Gesso dove effettueremo il trekking partendo dal Lago della Rovina mt 1535 con l'obiettivo di raggiungere il Rifugio Genova -Figari, situato a mt 2015 di altitudine. Partiamo alle sette dal parcheggio della Bennet, io sono in auto con Ivano, Rosangela e Silvia, il tragitto é lungo, a Ceva imbocchiamo l'Autostrada fino all'uscita di Cuneo Est e poi proseguiamo in direzione Boves, Borgo San Dalmazzo, Entraque, Lago della Rovina. Siamo un po' in ritardo sulla...tabella di marcia, chi ha sbagliato strada, chi ha fatto la sosta pipì, chi é uscito in Autostrada a Fossano..... Comunque alla fine riusciamo a giungere a destinazione, paghiamo il parcheggio e finalmente alle 10.35 siamo pronti. Con noi abbiamo un ospite irlandese, Alan, un cugino della nostra Bianca, che oggi ha voluto unirsi a noi per fare questa bella escursione. Dopo aver costeggiato il lago naturale della Rovina e lasciato una bella cascata sulla destra, imbocchiamo, a sinistra, un sentiero più lungo ma molto meno ripido per arrivare al Rifugio Genova-Figari. Siamo nell'area protetta del Parco delle Alpi Marittime, la giornata é soleggiata e limpida, fa caldo ma fortunatamente il percorso é ombreggiato, almeno inizialmente. Dopo qualche tornante con l'incontenibile vista sul lago sottostante, ci aspetta una bella sorpresa, sul bordo del sentiero uno splendido esemplare di stambecco che ci osserva, immobile, quasi in posa per noi e per farsi fotografare, cosa che naturalmente facciamo, proseguendo poi agevolmente la salita fino a raggiungere la strada asfaltata che porta alla diga del Chiotas. Al bivio per il Rifugio facciamo una sosta per compattarci per poi affrontare il tratto più ripido per ritrovarci in piano al bacino artificiale appunto del Chiotas che alimenta la Centrale Idroelettrica di Entraque. Da qui é già visibile il Rifugio Genova adagiato un po' oltre la sponda opposta mentre il nostro sguardo é anche attratto dalle splendide cime che fanno da cornice al Lago, la spettacolare catena dell'Argentera con il Baus, Cima Nasta e Cima Paganini. Ancora qualche saliscendi ed eccoci arrivati al Rifugio Genova-Figari a mt 2015 in una posizione invidiabile tra due laghi dalle acque blu, il Brocan e il Lago artificiale del Chiotas. Ci accomodiamo all'esterno della struttura per effettuare la meritata sosta pranzo, ognuno tira fuori dal proprio zaino le cibarie e approfittando del Bar consumiamo qualche birra e qualche bevanda fresca inaugurando proprio oggi i nostri bicchieri personalizzati daichespiana. Immersi in questo quadro suggestivo ci godiamo il sole e poi dopo aver fatto una capatina al vicino Lago Brocan e scattato la tradizionale foto con il nostro striscione, ripartiamo, sono le 14.30. In discesa incontriamo un altro numeroso gruppo di stambecchi che ci guardano incuriositi. Alle 17 eccoci alle auto, baci e abbracci, ci aspetta ora il lungo viaggio di ritorno ma siamo soddisfatti di questa favolosa giornata trascorsa insieme in un posto bellissimo, anche Alan é entusiasta della bellezza delle nostre montagne, é stupito di aver potuto ammirare simili panorami e dire che in Irlanda i bei paesaggi non mancano di certo ! Arrivo a casa intorno alle ore 19.30
Patrizia Briganti
GIOVEDI 18 LUGLIO 2019 – IL MONTE MURO /MAURERBERG
E anche oggi faremo la strada della Val Badia che ormai non ha più segreti..... Dodici i partecipanti, io sono un po' emozionato perché faremo in auto il Passo delle Erbe, nota salita Dolomitica dove sono state scritte pagine importanti sul ciclismo e che purtroppo io non ho mai fatto in bicicletta.
A questa emozione....ciclistica subentra in me ora quella di questa strada molto stretta, in macchina si parla poco, forse era meglio salire dall'altro versante ma ormai si prosegue, speriamo di non incontrare mezzi pesanti in senso contrario e a rendere la cosa ancora più...da ricordare, e ci si mette anche la nebbia ma forse é meglio, non si vede lo strapiombo.
Concentrato sulla guida non mi accorgo che gli altri che sono davanti si fermano al parcheggio di Pe de Borz, quota 1862 mt, io proseguo verso il Passo delle Erbe a circa 2000 mt, avevo in mente quello....sono contento, l'ho visto finalmente.
In breve ritorno al parcheggio dove ci aspettano tutti gli altri, ovviamente già pronti a partire. Iniziamo subito in salita, io amo molto queste partenze..., la giornata é bella, la mole del Sas de Putia incombe in lontananza, ora il percorso spiana, si torna a parlare e a ridere e scherzare e raggiungiamo il bel Rifugio del Monte Muro dove io e qualcun altro non ci pensiamo neanchea proseguire e ad andare in vetta a quota 2332 mt, ci accontentiamo di fermarci qui a quota 2157 mt davanti ad un bel piatto di pasta e l'immancabile polenta.
Panorama meraviglioso, un pannello ci indica le montagne, nomi conosciuti e no, però tutto ciò ci permette di capire, più o meno, dove siamo e mettiamo alla prova, con successo, Peaklens.
Eccoli, arrivano, sono i dcs che hanno raggiunto la vetta, bene, tutti a tavola ora e poi la bella foto con lo striscione quindi in discesa per completare questo bel giro ad anello riuscendo anche a percorrere un tratto sotto la pioggia ma nulla di importante, in breve siamo al parcheggio e Felice mi si avvicina dicendomi che ora la strada per tornare a casa la decide lui....e ha ragione, passando da St Martin é molto meno pericoloso, ero preoccupato per il ritorno.
Mirko
Rif Senes e Munt de Senes- 17.7.2019
Dopo tre giorni a Brunico qualche DCS camminatore opta per una giornata di riposo. Stamattina Io, Eugenia, Rosangela, Anna e Gianni partiamo in direzione di San Vigilio per prendere la strada che ci porta al Rif Pederù dove inizierà la nostra camminata.
Lungo questa bellissima strada in mezzo a prati e boschi attrezzata per camminatori e per ciclisti Gianni preferendo fare un camminata non troppo faticosa, in piano, scende dalla macchina.
E cosi lo lasciamo prima della casetta dove si paga il parcheggio sono circa 7-8 km dal rif. Pederù. Per la nostra seconda camminata in direzione dei rif Fanes e Lavarella eravamo già partiti anche da Pederù ma il sentiero andava a Sud. E Quel giorno avevamo visto che il sentiero per il Rif Senes partiva verso Est con una ripidissima strada cementata.
Lasciata la macchina al parcheggio alziamo la testa con un gran sospiro ed affrontiamo la faticosa salita N.7 su strada cementata. Eugenia sembra avere un motorino nelle gambe e arriva prima di tutte. Comunque in un’ora e 350 m di dislivello siamo al bivio dove prenderemo il sentiero 7-9. Arriva un signore che chiede se si va anche al rif Biella come gli è stato detto. Non mi sembra attrezzato per fare tale traversata. Esco la piantina e gli faccio vedere che certo si puo fare ma non è dietro il pino......
Comunque noi lasciamo il sentiero 7 sterrato che va direttamente al rif. Senès e prendiamo il sentierino 7-9 che ci permette di fare una piccola deviazione. Mentre saliamo il paesaggio comincia ad aprirsi sulle belle cime circondanti. Arriviamo ad una bellissima conca con mucche al pascolo, tantissimi masi, una chiesetta con il tetto in legno tipico della zona.
La Ucia Fodara Vedla è in fase di ristrutturazione. Una piccola sosta e riprendiamo il cammino sul sentiero 7. Qui comincia una vegetazione molto piu bassa con pini mughi. Usciti dal sentiero riprendiamo una sterrata con vista a 360°. In lontananza Punta Sorapiss 3205 m – Cima del Laudo 2670m – Punte Tre Sorelle 3005 m – Antelao 3264m ( grazie foto con PeakLens !!!)
In fondo ad un lungo e largo prato fiorito tutto giallo (sembra una pista per aerei) spunta il Rif Senès o Sennes. Passiamo davanti a due sculture di ferro, che rappresentano due enorme virgole fatte da Nazar Bilyk (a me sconosciuto per fortuna ho fato la foto per ricordarmi il nome !) Al rif. Senès Rosangela e Angela si fermano, sono le 11.50. Io ed Eugenia proseguiamo per il Rif Munt di Senes ad una trentina di minuti. Saliamo per lo sterrato, prati e collinette a perdita di vista senza un’albero. Il cielo è un po coperto e il vento freddo. Vediamo un cartello che indica il Rif. Biella a 50 mn.... (Non era dietro al pino...)
Il rifugio Munt di Senes è nella conca ci vorrebbe solo 5 mn per arrivarci ma decidiamo di raggiugere Rosangela e Anna. Prendiamo una scorcciatoia che ci fa arrivare sopra il rif. Senes Mentre le nostre amiche sono allungate sul prato a prendere il sole noi ci sediamo al rifugio. Eugenia con una birra ed io con una zuppa di orzo. Verso le 13.20 cominciamo il ritorno sullo sterrato. Noi tre andiamo un po piu veloce e raccommandiamo a Rosangela sopratutto di non perdere il bivio per il sentiero 7A. A un certo punto tagliamo per una piccola scorciatoia ma tornati sullo sterrato mi accorgo che stiamo andando verso la Ucia Fodara Vedla dove non dovevamo ripassare.
Arriva Rosangela rimasta sullo sterrato e gli chiediamo se ha visto il bivio del 7A. Si.. ha visto un bivio un po piu in su ma vedendoci da lontano non a guardato il numero. Da li risate..... le nostre raccomandazioni .....in fumo....
Noi con la piccola scorciatoia abbiamo perso il cartello e lei vedendoci in lontananza non ha guardato lei indicazioni... In meno di un’ora siamo tornate a Pederù affrontando la discesa faticosa ma soddisfate di questa bellissima camminata non affollata da camminatori.
Gianni ci aspettava alle macchina , anche lui soddisfatto ma con i piedi indolenziti...io ed Eugenia ci sediamo sul legno della barriera e ci alziamo con macchie di resina sui pantaloni.
Per non sporcare i sedili della macchina ci sediamo su borse della spesa di plastica.
Ci siamo fermati a San Vigilio Gianni ha trovato scarpe per i suoi piedi.
Ora è uno stambecco....ed io ho acquistato il prodotto per smacchiare i pantaloni.
Danielle
Martedì 16/7/2019 Lago di Braies Rifugio Fojedora m.2115
Terzo giorno di permanenza a S.Giorgio ci alziamo per tempo, la partenza è stata anticipata alle 8,15 dobbiamo recarci al lago di Braies, questa zona è molto frequentata dai turisti e rischiamo di trovare il parcheggio al completo, quando arriviamo infatti è già abbastanza affollato. Dopo aver trovato posto ci compattiamo, siamo un gruppo di 17 persone a prendere il via per vivere questa nuova esperienza. Dopo aver superato l'area parking eccoci in vista del lago, annidato in una romantica conca tra le rocce è considerato il più suggestivo delle Dolomiti, situato a 1500 metri il lago di Braies è circondato da pallide vette che si specchiano nelle sue acque turchine dalle sfumature verde smeraldo, in questa cornice fiabesca sono nate molte leggende, una di queste narra che un'antico popolo selvaggio " I Fanes" vivesse in questo regno incantato e ricercasse sui monti oro e pietre preziose, i pastori della valle, avidi e invidiosi, tentarono di rubare i loro tesori, ma i selvaggi aprirono fontane sotterranee e incanalarono il loro tesoro nelle acque profonde del lago, si dice sia ancora custodito la sotto. Chissà se qualche temerario si tuffa in cerca del bottino? Noi no di certo, le acque sono gelide e poi dobbiamo proseguire, dopo poco incontriamo una storica chiesetta dedicata alla Madonna e lì vicino sulla sponda, un pontile con una casa in legno proprio quella della famosa serie televisiva "Un passo dal cielo" ambientata appunto in questa valle. Ci lasciamo alle spalle la scenografia della fiction, e procediamo con la passeggiata lungo la riva occidentale, il sentiero delimitato da un parapetto in legno, costeggia il lago all'ombra di un bel bosco, lasciando intravedere scorci affascinanti sulle acque cristalline. Arriviamo cosi a una spiaggetta di sassi bianchi, davanti a noi si erge l'imponente catena montuosa " Croda del Becco" alta m.2810. Qui la compagnia si divide, in 8 proseguono per concludere il giro completo del lago e visitare delle cascate, mentre il nostro gruppo formato da 9 persone seguiamo l'itinerario indicato come Alta via N.1 Ci incamminiamo in un largo sentiero pianeggiante delimitato da boschi, il sole batte forte e la strada sembra interminabile, iniziamo a preoccuparci ma quando arriva la salita? Dopo un'ora comincia un percorso che si inerpica sempre più ripido e impegnativo data anche la temperatura che oggi e piuttosto alta. Ogni tanto si fa sosta per bere e tirare il fiato, intanto il panorama ci ripaga dello sforzo, i picchi montuosi a tratti di un bianco abbagliante a tratti dalle sfumature rosate, contrastano incredibilmente con l'azzurro intenso del cielo. Continuiamo a salire, le forze oramai sono al limite, poi inaspettate quasi un miraggio appaiono delle malghe e un cartello, con un filo di voce annuncio ad Anna che è con me " forse siamo arrivate" a questo punto una ragazzina che ci ha superato in quattro balzi ed è già sulla cima ci grida " siete arrivate!" quasi a consolarci, povere noi ci ha visto proprio distrutte. Giunte al rifugio Fojedora a m.2115 ci accolgono caprette, galline e il profumo del pane fresco cotto nel forno a legna, ci accomodiamo nei tavoli all'aperto mentre aspettiamo chi è rimasto indietro, quando arrivano tutti ordiniamo il pranzo, Angela ed io ci dividiamo il piatto del giorno ( gnocchetti di mais e patate con crauti e speck) altri prendono polenta e tagliere di formaggi, tutto buonissimo! La sosta si fa lunga, in questa caratteristica malga di montagna l'ambiente è veramente piacevole. Però alle 14,30 ci tocca raccogliere le nostre cose e dopo la rituale foto con lo striscione riprendere il cammino, ci aspetta una lunga discesa difficoltosa. Procediamo senza soste fino a raggiungere nuovamente la strada in pianura e goderci la passeggiata che ci riporta al lago. Quando arriviamo al parcheggio sono le 17,30. Il marito di Anna, Gianni che a trascorso la giornata nei pressi del lago, si è un po' preoccupato, non immaginava che arrivassimo così tardi. È vero è stata una giornata faticosa, ma le emozioni che ci hanno dispensato questi paesaggi indimenticabili ci hanno ripagato di tutto.
Patrizia Briganti
LUNEDI 15 LUGLIO 2019
RIFUGI FANES E LAVARELLA
Ieri é stata dura, prima l'aperitivo offerto da Michelle per il suo compleanno, poi la cena in Hotel.... Oggi sono invece tredici i dcs pronti per questa gita che ci porterà ai Rifugi Fanes e Lavarella, luoghi dove nessuno di noi é mai stato. Circa il percorso in auto per raggiungere le varie mete ci siamo quasi.....un po' guardando le indicazioni stradali e un po' con l'aiuto del gps riusciamo sempre ad arrivare a destinazione. Superiamo San Vigilio di Marebbe e attraverso la Val di Rudo/Rautal e tra boschi incontaminati in circa 12 km arriviamo, dopo aver pagato 10 Euro ( se ricordo bene ) per il transito auto, al Rifugio Pederù, mt 1548, inaugurato nel lontano 1935.
Dal Rifugio partono molti sentieri, siamo nel Parco Fanes, Senes e Braies non c'è che l'imbarazzo della scelta ma noi abbiamo da tempo già deciso, ce ne andremo ai Rifugi Fanes e Lavarella, un percorso di circa 11 km con un dislvello di mt 510. Una leggenda racconta che la Regina delle Dolomiti e il suo seguito trovarono riparo presso le marmotte sull’Altopiano del Fanes, dove ancora oggi attendono di essere liberate, noi le abbiamo un po’ cercate ma non le abbiamo viste, forse si sono spaventate…..
Imbocchiamo il sentiero escursionistico numero 7 attraversando una pianura su un largo stradone sterrato contraddistinta dai pini mughi, mentre alcuni preferiscono una deviazione ma in breve ci ritroviamo tutti insieme per raggiungere il Rifugio Fanes ,ma è ancora presto, preferiamo scendere giù al Lavarella mentre alcune di noi proseguono per vedere un lago, appuntamento a dopo, a tavola. Purtroppo per me il piatto tradizionale è la polenta, devo sempre trovare una alternativa, stavolta un bel piatto di tagliatelle verdi fatte in casa, gli altri non si fanno mancare nulla comunque, compreso un bell’aperitivo, il tutto in allegria e il cameriere del Rifugio che svolge il suo lavoro sorridente, bello, fa piacere. Ecco arrivare le altre che avevano proseguito, affamate anche loro naturalmente. Siamo in mezzo ad un magnifico paesaggio, nelle vicinanze si estende il Lago Verde a mt 2045, non particolarmente profondo sulla cui riva pascolano beate le mucche che se ne stanno in piedi, al momento, e ciò significa che in questa limitata zona a breve non pioverà. Non lo sapevate eh ?.
Sul sentiero del ritorno si scorgono notevoli stratificazioni di dolomia che danno vita ad una autentica arena nota come “il Parlamento delle marmotte” . La discesa è lunga, quasi noiosa, meno male che ogni tanto scende qualche goccia di pioggia…., il Rifugio Pederù laggiù in fondo ci aspetta, il panorama è mozzafiato, peccato non sapere il nome delle cime circostanti, non avevamo ancora scaricato quella favolosa App di nome Peaklens che permette di fotografare le montagne e in diretta conoscerne il nome, ve la consiglio vivamente e ringrazio qui Danielle per avermela fatta conoscere. Gita ormai terminata, molto bella, ce ne torniamo in hotel dove qualcuno se ne andrà sicuramente in piscina.
Mirko
Domenica 14 Luglio 2019
ANELLO DEL CIURNADU
Vacanza in Val Pusteria, siamo nel cuore del Parco Naturale Fanes, Senes, Braies, nel regno incantato dei “Monti Pallidi”, come vengono chiamate le Dolomiti, altissime, insormontabili muraglioni di roccia bianca che svettano sopra fitti boschi, altopiani carsici, laghi alpini incastonati in profonde conche, torrioni dalle forme più disparate e , in mezzo, come per magia, il colorato mondo dei fiori.
Partendo per la prima escursione ci inoltriamo in Val Badia e precisamente a La Val, in località Ciurnadù dove lasciamo le auto nel parcheggio dell'omonimo Albergo.
Oggi siamo in 15, una parte del gruppo si dedica ad altre attività.
Lungo la strada per La Val ecco il primo tipico paesaggio di montagna, pendii erbosi esposti al sole, piccoli villaggi sparsi tra i prati, sentieri, piccoli torrenti, il tutto contornato da boschi di abeti e larici che si spingono fino ai pascoli più alti.
Partenza alle ore 09.30, fa frescolino, iniziamo il percorso in un fitto bosco, il sole fa capolino fra le nuvole ma a farci passare il freddo ci pensa la pendenza della salita....
Dopo circa un'ora la valle si apre offrendo allo sguardo scorci panoramici da togliere letteralmente il fiato, la bellezza delle poderose montagne dolomitiche e l'immenso scenario che la natura ci offre a piene mani.
Proseguendo la nostra camminata raggiungiamo una deviazione che indica un belvedere, e che alcuni di noi non si perdono ; dopo un tratto piuttosto ripido comunque la fatica è ampiamente ripagata dal panorama che ci circonda, sensazionale, sembra di essere in cima al mondo. I massicci dolomitici, i ghiacciai perenni della Marmolada spiccano nel verde intenso di prati e boschi e adagiati su verdi tappeti appaiono minuscoli paesini. Scendendo da un sentiero più dolce il gruppo è nuovamente al completo e qui ci concediamo una bella sosta tra prati fioriti e malghe.
La gita prosegue in serenità e armonia fino a raggiungere a quota 2000 mt la baita UTIA DA RIT, rifugio situato in un incantevole altopiano dove è prevista la sosta per il pranzo e proprio qui facciamo la conoscenza del tipico dolce denominato Kaisermarn, una sorta di omelette con uva passa accompagnata con purea di mele e marmellata di mirtilli.
Dopo esserci ristorati e rifocillati, scattata la foto-striscione, ci incamminiamo lungo una piacevole discesa, sostando per altre foto e godendo del paesaggio e dell'aria rigenerante.
Anni fa, postando una foto di La Val avevo commentato “ chissà mai se ci tornerò” .
Ebbene s, ci sono tornata, in un viaggio a ritroso nel tempo, colmo di emozione, di nostalgia ma anche di grande gioia che solo lo spettacolo infinito dell'alta montagna sa donare, mitigando così tutte le difficoltà e le malinconie.
Patrizia Briganti
ANELLO DI FONTANALBA - 7 LUGLIO 2019
Quattordici i dcs che si ritrovano al parcheggio di Via Littardi a Imperia, pronti per aggiungere un'altra pagina alla già nostra bella storia. Sosta al .....famoso Parcheggio Pallanca a Trucco di Ventimiglia dove ci attendono Anna e Giuseppe, due probabili nostri nuovi Soci. Ci siamo tutti, via in direzione Casterino dove il programma prevede di lasciare una macchina per il ritorno al Lago delle Meches. A San Dalmazzo di Tenda breve riunione per decidere che fare, il cielo é plumbeo, piove, decidiamo di lasciar perdere il percorso previsto che ci porterebbe fino a quasi 2400 mt e optiamo per l' anello di Fontanalba che ben conosciamo. Arrivati a Casterino mt 1543 siamo sotto un diluvio, 14 gradi, come esco dalla macchina per sentire ...gli umori mi trovo bagnato, si dice come un pulcino e fa freddo, mah, io propongo di andare a visitare il bel Museo del Merveilles a Tenda, tanto per dare un senso alla giornata, nel frattempo andiamoci a prendere un caffè, mentre Danielle continua a dire che a breve arriverà il sole..... Mentre facciamo colazione allo Chamois d' Or improvvisamente le nuvole si diradano ed esce un bel sole caldo, é un attimo, tutti fuori a preparare zaini etc. , il Museo può aspettare..... Il cammino inizia quindi sotto i migliori auspici, in breve ci togliamo mantelline e maglie, fa caldo, incredibile come nel giro di pochissimo tempo le condizioni siano cambiate così radicalmente. Arrivati aal Gias del Basto, intorno ai 1700 mt, inizia la strada che nel giro di poco più di un' ora, con una breve deviazione, ci porta al Lago de Grenouilles dove ci fermiamo per pranzo. Tornati sul percorso principale decidiamo, vista l' ora, di andare a al Lago Verde di Fontanalba, mt 2041, un tratto impegnativo in salita ma che merita gli sforzi, il posto é stupendo, direi magico, foto a volontà, quattro di noi si spingono fino ai vicini laghi Gemelli per poi, concluso l'anello ritrovarci tutti insieme per tornare a Casterino non prima però di aver recuperato Anna e Giuseppe che in precedenza si erano fermati al Rifugio di Fontanalba mt 2018. Lunga discesa, qualcuno é stanco, ma non molliamo, si vedono le case di Casterino, dai, siamo arrivati. Finale come da copione al Refuge Marie Madeleine dove, per contrastare l'insorgere dell'acido lattico ci facciamo delle gran belle birre tra risate e in allegria. La giornata é finita, siamo veramente forti, non ci siamo arresi alle intemperie iniziali del tempo e abbiamo trascorso insieme un'altra stupenda giornata. Percorsi circa 16 km con un dislivello di 710 mt in salita. Mirko
29/6/2019 Giro dei laghi di Roburent.
Al sabato mattina dopo la colazione, aspettiamo Ambra che ci raggiunge oggi partendo da Loano, arriva alle 9 in largo anticipo, quindi ci prepariamo a partire, con le auto dobbiamo percorrere 15 km e 20 tornanti fino al Colle della Maddalena al confine con la Francia. Dopo il lago della Maddalena ci fermiamo ad aspettare Mirko che insieme a Danielle deve portare l'auto ad Argentera, il paesino dove cocluderemo il giro di oggi. Alle 10,30 siamo al valico che unisce l'Italia alla Val d'Ubaye in Francia a m.1996 e cominciamo l'ascesa, il cielo è parzialmente limpido, qualche nuvola si affaccia dietro le montagne, l'aria fresca ci ristora, il posto è magnifico, il paesaggio mutevole, rocce frastagliate spiccano contro il cielo azzurro, prati dalle mille varietà di fiori e sfumature di colore, torrenti impetuosi che scorrono formando bellissime cascate, questo è il fascino dell'alta montagna che ci offre scenari maestosi a tratti selvaggi, siamo immersi nella natura, malgrado lo sforzo della salita, lo spettacolo circostante ci inebria quasi stupiti che possa esistere tanta bellezza. Giunti in un largo pianoro attraversato da un ruscello, prendiamo fiato, prima di attaccare un'altra lunga salita superata la quale faremo breve sosta prima di affrontare ancora salite e discese fino alla comparsa del lago Oronaye, un'altra breve pausa, riprendiamo il cammino, bisogna superare un'ulteriore balza e raggiungiamo la pietra di confine sovrastata dall'imponente monte Oronaye, pochi passi e finalmente il grande lago superiore di Roburent m.2596 ci appare in tutto il suo splendore!! Lo avevamo visto tante volte in foto, ma ammirarlo dal vivo è un'emozione incredibile.....peccato, nel frattempo il tempo è cambiato, un attimo per fare alcune foto e già cala la nebbia, comunque anche così è sensazionale! Appurato il fatto che qui c'è ancora un po' di sole, decidiamo di fermarci sul Colle che lo domina, seduti sul prato e vista lago. Una bella pausa pranzo carica di bei ricordi e tanta allegria. Alle 13,30 quando ripartiamo è un susseguirsi di laghi e cascatelle, nella ripida discesa sul sentiero sdrucciolevole Mirko scivola e picchia il gomito a terra, nulla di grave per fortuna, però poco dopo il braccio si gonfia, allora ci fermiamo per medicarlo, ghiaccio secco, arnica in crema e in pastiglietta. Affrontiamo nuovamente la discesa sempre più difficoltosa, il ritorno è molto lungo, attraversiamo valloni solitari e selvaggi, poi su un tratto più pianeggiante iniziano a cadere i primi goccioloni di pioggia.Ancora in salita arriviamoa quota m.2026, il tempo è decisamente peggiorato, nuvoloni neri non lasciano presagire nulla di buono, bisogna infilare i giubbotti impermeabili e accelerare il passo, imboccata la discesa scoppia il temporalone che ben presto si trasforma anche in grandine, il sentiero è scivoloso, mi ritrovo da sola, qualcuno è molto più avanti e altri sono rimasti indietro, poi sento un richiamo e vedo Marilena Bigio che mi sta raggiungendo, mi fermo ad aspettarla così scendiamo insieme, il viottolo si è trasformato in ruscelletto, bisogna fare la massima attenzione abbiamo ancora circa 300 metri in ripida discesa. A un certo punto Marilena vorrebbe ripararsi sotto un pino e attendere che la pioggia diminuisca, io la convinco a proseguire, con il temporale non è prudente fermarsi sotto un'albero. Con fatica, sempre sotto l'acqua battente arriviamo alle prime case di Argentera, dove aspettiamo con ansia che arrivino gli altri, quando li vediamo spuntare il sollievo è grande, ci siamo tutti, abbiamo affrontato il momento critico con coraggio e ce l'abbiamo fatta. Mirko e gli altri vanno a recuperare le auto, noi aspettiamo sotto una pensilina vicino alla chiesa, bagnati fradici. In hotel una bella doccia ristoratrice ci rimette in sesto, l'avventura appena trascorsa è già un ricordo che per fortuna possiamo raccontare. La sera a cena si discute sulla gita in programma per l'indomani al rifugio Zanotti che per forza di cose non si potrà fare, non abbiamo scarponi di ricambio e i nostri sono fradici. Il giorno dopo decidiamo tutti di partire, tranne Danielle e Ambra che avendo altre scarpe possono fermarsi per fare l'escursione. Alle 9,30 siamo pronti, io Rosangela e Marilena ritorniamo in auto con Pierluigi e Annalisa, anche Mirko con Nadia e Gianni partono insieme a noi, facciamo una tappa a Sambuco per acquistare dell'ottimo formaggio di capra, dopodiché ci salutiamo. Verso le 12,45 guarda caso, ci troviamo a Ormea allora decidiamo di fermarci per il pranzo all'albergo Italia, dove abbiamo mangiato benissimo. Nel pomeriggio giro nel caruggio tra i banchi del mercatino, quindi si rientra, siamo a Imperia alle 17. Un ringraziamento particolare va ad Annalisa e suo marito Pierluigi i quali ci hanno messo a disposizione la loro auto, sistemato i bagagli e accompagnato ognuna sotto casa, una bella coppia, due persone veramente simpatiche e gentili. La vacanza è finita e già nel cuore si insinua una leggera nostalgia.Nonostante qualche imprevisto ci siamo divertiti molto, e cosa non da poco, abbiamo schivato un po' di caldaccio. Alla prossima avventura!! Edaichespiana!!
Patrizia Briganti
Vacanza Pietraporzio ( Valle Stura) dal 28 al 30 giugno 2019.
La vacanza in Valle Stura per me Rosangela, Marilena T., Annalisa, Pierluigi, Mirko e Nadia è stata anticipata a giovedì 27. Siamo partiti da Imperia alle 14,15 con un caldo esagerato, fiduciosi di andare incontro al fresco della montagna. A Pieve di Teco ci aspettano Mirko e Nadia, Rosangela sale con loro, proseguiamo il viaggio facendo tappa a Cuneo dove il termometro segna 40 gradi, l'impatto è scioccante. Beviamo qualcosa di fresco al bar, e poi via verso le valli. Alle 18 siamo a Pietraporzio, anche qui fa caldo ma in stanza c'è un bel refrigerio, sistemiamo i bagagli e usciamo per una breve passeggiata. Il paesino si sviluppa lungo le sponde del fiume Stura a m.1246 di altitudine, piccolo ma con le case ben conservate, una piccola piazza ospita la parrocchiale di S. Stefano, il ponte sul fiume, un negozio di alimentari e un saponificio ; Pietraporzio é denominato a ragione " il paese dell'acqua" infatti ad ogni angolo incontriamo fontane e lavatoi. Alloggiamo all'albergo Regina delle Alpi, fornito anche di un piccolo centro benessere con vista su un laghetto molto bello, la sera ceniamo benissimo il cibo ottimo e il servizio curato. Bravo Mirko ha scovato un bel posticino! L'indomani dopo una sostanziosa colazione, ci spostiamo con le auto al bivio per il colle della Lombardia e Sant' Anna di Vinadio, luogo di appuntamento con gli altri 6 daichespiana: Danielle, Marilena B., Eugenia, Bianca, Gianni P., Claudio. Quando arrivano compattiamo il gruppo, si riparte e alle 11 giungiamo al Santuario di S.Anna , punto di partenza della gita di oggi ai laghi di S.Anna. All'inizio della salita, complice il caldo e l'altitudine, la fatica si sente e a poco a poco l'aria si rinfresca ; dopo la statua della Pastorella sulla roccia dell'apparizione, imbocchiamo la mulattiera che risale costoni prativi e superati ampi tornanti si giunge al lago di S.Anna a forma di cuore, Mirko, travolto da un impeto di romanticismo vorrebbe baciare Gianni, il quale prontamente si dissocia.( il sole picchia forte!) Un susseguirsi di laghetti incastonati nel suggestivo panorama, fra prati in fiore e cime montuose, ci portano al Passo Tesina a m. 2400 oltrepassato il quale iniziano dei tratti innevati. Mirko e parecchi altri decidono di non proseguire, rimaniamo io, Rosangela, Danielle, Eugenia, Gianni e Claudio, i passaggi sulla neve morbida sono difficoltosi, uno è molto lungo quasi 1Km a strapiombo sul costone, al termine ci sentiamo sollevati, ma ci aspettano ancora molti tratti da attraversare con estrema cautela, per fortuna abbiamo le esperte Danielle e Eugenia che ci marcano la traccia con gli scarponi, alla fine ce l'abbiamo fatta, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Il percorso però è piuttosto lungo, raggiunto il Colle Saboule' m.2460 si sale ancora, poi una ripida discesa ci porta al lago Lausfer superiore m.2357 dove io arrivo esausta e affamata, ormai sono le 14, sogno la pausa pranzo, finalmente ci fermiamo un'ora, io mangio con i piedi a bagno, il posto è magnifico, ci siamo solo noi, si sta d'incanto! Alle 15 purtroppo lasciamo il lago e in salita raggiungiamo il Colle di Lausfer m.2430, superate 2 casermette, aggiriamo un costone roccioso, dove in basso riappare il lago di S.Anna, percorriamo la mulattiera con due passaggi attrezzati, fune metallica e passerella in legno e poi in discesa sulla sterrata.Dove inizia l'asfalto troviamo Mirko che ci aspetta con l'auto per accompagnarci al Santuario, pensiero veramente carino e apprezzato soprattutto da me e Rosangela che così evitiamo il tratto asfaltato. Raggiunto il parcheggio, mentre altri sono al bar, visito la chiesa, un struttura a 3 navate con il suo caratteristico pavimento in legno in salita per assecondare il pendio roccioso sottostante. Prima di ripartire, un signore, vedendoci alle prese con lo striscione, incuriosito si offre di scattarci la foto di gruppo, solo dopo ci accorgiamo che è il sacerdote del santuario Don Panero, molto simpatico! A cena bella serata con tutto il gruppo,gran bella giornata! A seguire il resoconto della seconda escursione. Ciao da Patrizia Briganti
23 GIUGNO 2019
ANELLO DI VIOZENE
Puntualissimi alle ore 07.45 ci ritroviamo in Borgo San Moro io, Rosangela e Silvia ; ci attende Ivano per il trasferimento alla Bennet dove ci aspettano altri dcs.
C'é il tempo per un caffé e poi altra sosta a Nava dove ci aspettano Mirko, Gianni P. e Ambra.
Ora ci siamo tutti, ventinove, con alcuni nuovi amici che provano per la prima volta a venire insieme a noi.
Ci inoltriamo in Val Tanarello situata tra la Valle Arroscia e la Val Tanaro, una zona che offre paesaggi emozionanti per le sue gole rocciose e la natura selvaggia e rigogliosa che ricopre le sue pendici.
Arrivati a Viozene lasciamo le auto all'inizio del paese e ci prepariamo ad iniziare l'escursione che ci porterà a raggiungere nel finale il Rifugio Mongioie lungo un percorso alternativo che ha studiato Mirko per noi, un tracciato più lungo ma soprattutto più al fresco e ciò é un bene, considerando il gran caldo scoppiato all'improvviso.
Alle 09.30 si parte e ci addentriamo subito nella natura percorrendo un sentiero popolato da una grande varietà di alberi, siamo, almeno per ora al fresco e all'ombra.
L' acqua di un ruscello scorre allegramente e ci accompagna lungo il nostro cammino, attraversiamo un ponticello di legno e in breve raggiungiamo le case di Pian del Fò, con splendidi giardini e un bel panorama dove le cime nontuose si stagliano nel cielo di un azzurro intenso.
Ancora un bel tratto nel bosco e inevitabilmente percorriamo un tratto allo scoperto dove tratti rocciosi si alternano a prati verdi punteggiati da fiori dai mille colori.
Sullo sfondo ecco Pian Rosso, il Rifugio e il Mongioie, riconoscibile per la sua particolare conformazione.
Ormai é giunta l'ora di pranzo, alcuni si fermano sui prati, altri proseguono, ci ritroveremo tutti in breve intorno ai tavoli del Rifugio per una lunga sosta piena di allegria e di ottime birre rinfrescanti.
Al ritorno si opta per un percorso nuovamente nel bosco.
Arrivatia Viozene baci e abbracci per gli amici che tornano a casa mentre il resto del gruppo decide di effettuare una sosta al Bar Sorriso di Nava dove trascorriamo un'altra ora in buona compagnia.
Giornata intensa e ricca di belle sensazioni.
Grazie come sempre a tutti i dcs.
Patrizia Briganti
16/6/2019
Monte Monega
L'itinerario di oggi, nell'entroterra della Valle Impero ci porterà sulla cima del monte Monega. Alle 8 ci incontriamo al parcheggio del Bennett, formiamo gli equipaggi io sono con Gianni e Gabriella, Paolo con Tiziana e Pino, raggiungiamo poi Mirko che ci aspetta insieme a Gino alla Colla S. Bartolomeo. Riunito il gruppetto si parte, sulla strada verso il Passo Teglia, Mirko si ferma perx mostrarci qualcosa, scendiamo dalle auto incuriositi, di cosa si tratta? La radice di un'albero sulla scarpata che raffigura un grosso sedere, ci vuole un bel colpo d'occhio per riuscire a vederlo! Il viaggio prosegue fino a m.1385 dove iniziamo l'escursione. Il primo tratto si svolge all' ombra della faggeta del bosco di Rezzo, una delle più belle e vaste della Liguria, la pendenza è modesta e ci consente di ammirare l'imponenza della foresta dai tronchi monumentali. Man mano la vista si apre e giungiamo all'altura che circonda l'ampia dolina denominata "Sotto di S. Lorenzo" antico luogo di scambi commerciali e dove si dice avvenissero riti religiosi pagani sopra una grande pietra sacrificale ancora adesso ben visibile. La giornata è limpida, ci fermiamo a contemplare l'ampio avvallamento erboso e il monte Carmo dei Brocchi di fronte a noi. Un tratto di sentiero pianeggiante ci condurrà ai verdi prati del Passo della Mezzaluna m.1450 affascinante zona di transito tra l'alta Valle Arroscia e la Valle Argentina, è doverosa una sosta per una foto e per mangiare qualcosa. Una larga strada sterrata prosegue ora in leggera salita fra gli alpeggi, fa molto caldo, ma perfortuna siamo distratti dalla bellezza delle eccezionali fioriture di anemoni, narcisi, botton d'oro, viole, rododendri, orchidee selvatiche, un tripudio di profumi e colori. Dopo circa un'ora e mezza raggiungiamo il Passo Pian Latte m.1764, lasciato lo sterrato deviamo a sinistra su sentiero erboso in salita fino al crinale, purtroppo il tempo è cambiato, la nebbia ci avvolge e ci impedisce di godere del magnifico panorama sui monti della Valle Argentina e sulle Alpi francesi. Con grande rammarico di tutti siamo costretti a fermarci al cippo del Passo Monega anche perché, dato l'orario (12,30) siamo affamati quindi sostiamo per la pausa pranzo. Nel frattempo la nebbia si è diradata, con grande entusiasmo decidiamo di proseguire verso la cima e alle 13,30 raggiungiamo la croce sulla sommità del monte Monega m.1882 la visibilità è poca, ma siamo soddisfatti di non esserci arresi e di avere comunque concluso il percorso. La via del ritorno è lunga però ci pensa Mirko a distrarci allietandoci sfornando il suo vasto repertorio di barzellette. Arrivati finalmente alle auto, ci aspetta una bella sorpresa, la sosta a Cesio al bar Via del Sale, Mirko d'accordo con la proprietaria ci ha fatto preparare una graditissima merenda sinoira con l'immancabile birra Icnusa Bellissima conclusione per un'altrettanto incantevole giornata. Ringrazio e saluto i miei compagni.
Patrizia Briganti.
2/6/2019
Anello di Badalucco
Eccomi pronta a raccontare una nuova avventura con i DCS. Esco di casa alle 8 del mattino il cielo è limpidissimo, il termometro segna 20 gradi all'ombra, si prospetta una giornata molto calda. Ritrovo al parcheggio in via Littardi per molti DCS mentre gli altri partecipanti ci raggiungeranno a Badalucco. Formati gli equipaggi si parte, io sono con Mirko, Marilena, Gino e Rosangela quest'ultima dopo tanto tempo che mancava finalmente è ritornata a camminare con noi, ci racconta i suoi ultimi trascorsi, e devo ammettere che Mirko molto interessato le risponde convinto: certo certo, hai ragione, hai ragione. Un dubbio ci sfiora,ma la stara ascoltando....? Arrivati a Badalucco ritrovo con tutti gli altri e inizio del trekking dalla piazza principale del paese dove un dipinto sul muro indica il sentiero Rel Iniziamo le ripide scalinate sotto un sole cocente, fino a raggiungere l'oratorio di S.Nicolò posto in un punto molto panoramico dove ci fermiamo per una foto, dopodiché imbocchiamo una bella mulattiera e successivamente il Camin de Capelette che attraversa fasce e muretti a secco dove si coltiva l'ulivo. La salita è costante e la calura è sempre più opprimente, a questo punto faccio fatica a proseguire e sono costretta a fermarmi, con me c'è Sara che era rimasta in coda per accompagnare gli ultimi del gruppo ; avvertito da lei ci raggiunge anche Mirko, e dopo essermi riposata e aver bevuto dei sali minerali mi sento di ripartire, confortata dalle premure dei miei soccorritori, Sara Dino i due Paolo a turno mi portano lo zaino, Mirko mi presta il suo cappellino, ora posso proseguire più leggera. Lasciati i terrazzamenti, troviamo gradualmente un ambiente più fresco, un boschetto di castagni roverelle e carpini in località Funtanelle dove si possono osservare i resti di un'antico essiccatoio per le castagne. Proseguendo la ripida mulattiera, dopo varie soste, completiamo il percorso e giungiamo al Santuario della Madonna della Neve situato a 772 metri di altitudine sulla cima del monte Carmo. Una leggenda racconta che la chiesa fu eretta per volontà di un cieco di Badalucco che riacquisto' la vista per grazia ricevuta dalla Madonna ; ogni anno il 5 di agosto i fedeli raggiungono il Santuario per celebrare la tradizionale festa della Madonna della Neve. Il luogo è molto bello, immerso in un bosco di lecci, un'ampia scalinata conduce al santuario con 2 Cappelle laterali e un caratteristico campanile in pietra scolpita. Ci accomodiamo sulle gradinate, è arrivato il momento dell'agognata sosta pranzo, abbiamo sofferto tutti il caldo eccessivo, quindi siamo felici di rilassarci e mentre mangiamo qualcuno ci intrattiene piacevolmente raccontando episodi divertenti accaduti nel corso degli anni ai daichespiana. All'una e trenta, con calma ma con decisione, Mirko ci invita a riprendere il cammino. Iniziamo la discesa verso Badalucco, prima su ampia mulattiera che diventa poi più ripida sul Camin da Costa attraverso leccete, macchia mediterranea e scorci sui paesi di Glori e Montalto. Dopo un bivio sullo sfondo incorniciato da magnifiche ginestre in fiore ritroviamo l'oratorio di S. Nicolò, e completiamo così l'anello che ci riporta alla piazzetta di Badalucco. In paese alle 15,30 terminiamo il pomeriggio al Bar Pradio a bere la tanto sospirata birra Icnusa non filtrata. Giornata faticosa ma conclusa infine in bellezza. Grazie ai miei accompagnatoriper il sostegnio fisico e morale che mi hanno riservato a dimostrazione che nei momenti di difficoltà i daichespiana ci sono sempre. Ciao a tutti Patrizia Briganti
DOMENICA 2 GIUGNO - REZZO
Ore 11.30 ritrovo presso il parcheggio del Cimitero di Oneglia con alcuni dcs e daichesiballa quindi partenza per Rezzo dove in una magnifica giornata di sole abbiamo gustato una buonissima grigliata in allegria!!!!!
Dopo pranzo si sono esibiti allievi di una scuola di canto di Imperia.
Alcuni veramente bravi che ci hanno allietato il pomeriggio di sole e relax.
Alle ore 17 dopo baci e saluti ci siamo messi sulla via di ritorno a casa.
Io avrei voluto andare alla Sagra di Diano Borganzo ma per mia tristezza non ho trovato nessuno disponibile.
Giusy
SABATO 1 GIUGNO 2019 - PASSEGGIATA TRA GLI ULIVI E LE GINESTRE
Gita organizzata dalla Casa Pollicino, un evento che vuole sensibilizzare il problema dell'affido familiare.
Siamo in tre Soci dcs a partecipare più altri amici interessati a far parte del nostro gruppo.
Caldo, molto caldo, una perfetta organizzazione a partire dal parcheggio auto. ù
Partenza intorno alle 16,30 con qualche perplessità, nel senso che non tutti sanno che si tratta di una vera escursione che alla fine risulta di 9 km e un dislivello di circa 300 mt, molto panoramica ma anche impegnativa.
Percorso molto ben segnalato, buoni i ristori, se proprio devo trovare un difetto direi che sulle locandine l'organizzazione dovrebbe indicare appunto che non é proprio una passeggiata....., consigliare l'uso dei bastoncini e scarpe adatte per il percorso lungo. Mirko
APERISPIANA DI VENERDI 1 GIUGNO 2019
Un giorno Stefania mi telefona e mi dice che é un pò di tempo che non organizziamo un Aperispiana, io gli rispondo dove e quando......
Propone il Bar Blu a Oneglia, ci andiamo, prendiamo accordi e invitiamo il gruppo a partecipare.
Ci ritroviamo quindi in 23 a trascorrere una bella serata in allegria e compagnia, ci sembra che sia andato tutto bene, servizio, prezzo e ciò che ci hanno portato riteniamo che valgano la pena di riprovarci.
Mirko
Domenica 26 Maggio, escursione attorno a Chiusanico
Alle 9 siamo 17 DSP sul parcheggio di Chiusanico davanti alla chiesa. Partiamo presto e camminiamo in mezzo agli uliveti fino a una chiesetta molto antica. Proseguiamo e mi sembra di salire parecchio tanto che cambia la vegetazione: tante ginestre profumano l' aria tanti fiori selvatici nella foresta. Stefania prende asparagi che mangia crudi e troviamo ciliege belle rosse che spuntano sulla strada. Facciamo una sosta panoramica e Mirko ci fa il nome dei monti e borghi: Pizzo d Evigno li vicino e di fronte passo della mezza luna e San Bernardo di Conio. Al sud il mare. Ci ritroviamo sulla strada che va da passo delle Ginestre a Chiusanico bella cementata. Poi la lasciamo per girare a destra e arrivare a Gazzelli puntuali per l'ora di pranzo. Siamo messi bene in un piccolo giardino con tante panchine di legno o di pietre. Alle fine brindiamo con vino perché e il compleanno di una di noi I l cielo e diventato grigio piombo e ci affretiamo verso Chiusanico dove arriviamo alle 2. Io pero sono morta di fatica e con Jean Claude torniamo a casa a riposare. Mi sembra di avere fatto molto di più che non lo dice la traccia GPS. Un abbraccio ai amici DSP . Grazie per la bella giornata Patricia e Jean Claude.
E io aggiungo che prima di andare al Bar da Cristina a gustare tramezzini e gubeletti squisiti, ci siamo fatti un bel giro al Castello, il pittoresco centro storico di Chiusanico. Mirko
GIRAPARASIO 20 APRILE 2019
Continuano i Sabati dedicati alla scoperta di luoghi interessanti inseriti nel nostro territorio e dei quai molti di noi non sospettavano neanche l'esistenza.
Oggi insieme all'amico Enzo Ferrari ce ne andiamo a Porto Maurizo alla scoperta del Parasio con i suoi angoli e i suoi palazzi storici che meriterebbero una visita più approfondita che faremo volta per volta.
Siamo un bel gruppo, i dcs come al solito danno il loro contributo, una dozzina alcuni dei quali pensano già al termine derlla passeggiata con il rinomato aperitivo dal Bar Pepito.
Enzo inizialmente ci racconta un po' la storia di Oneglia e Porto Maurizio, le loro rivalità, aneddoti vari, tanto da far capire ai....foresti quel qualcosa che non si trova sui libri.
Prima sosta ai QUATTRO CANTI, il crocevia tra Via Cascione, Via XX Settembre e Via San Maurizio, e io che pure ho frequentato per anni Porto Maurizio in gioventù per motivi di studio mica lo sapevo che si chiamava così.....
In Via San Maurizio visitiamo l'Oratorio di Santa Caterina d'Alessandria di cui non conoscevo l'esistenza e di cui per evitare di scrivere inesattezze fornisco notizie ottenute in rete.
La primitiva origine del sodalizio sembra risalire ai secoli XIII-XIV: la sua vetustà è comprovata d’altronde dalla stessa dedica a S. Caterina Vergine e Martire il cui culto, introdotto dall’Oriente al seguito delle Crociate, si diffuse in Liguria anche in virtù del successo raccolto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (Varazze 1228 - Genova 1298), compilata negli ultimi decenni del Duecento. Il nome di Caterina (“la Pura” secondo l’etimologia greca) era, dopo quello della Vergine, il più frequente nella nomenclatura muliebre locale prima della Controriforma.
Esso si collocava in seconda posizione entro un elenco piuttosto ristretto in cui, escludendo le versioni al femminile dei nomi di Santi maschi, s’incontrano le donne dei Vangeli (Maria, Maria Maddalena, Marta, Anna, Elisabetta), alcune protagoniste dei martirologi (Agata, Lucia, Cecilia, Petronilla, Margherita di Antiochia e appunto Caterina) e, tra le moderne nella prospettiva medievale, Chiara d’Assisi (1193-1253) associata al culto di S. Francesco d’Assisi e Caterina da Siena (1347-1380, canonizzata da Pio II nel 1461), la cui devozione si affiancò rapidamente a quello della martire alessandrina, per prevalere nel corso del XVI secolo dove si faceva sentire di più l’influenza domenicana.
Nei primi tempi la confraternita di S. Caterina gestiva due oratori nel centro storico di Porto Maurizio, che accoglievano in maniera separata uomini e donne. Nel 1574 essa si fuse con la Trinità e ventun anni più tardi con l’Annunziata, per confluire nel 1599 nell’Unione dei Disciplinanti sotto gli auspici di S. Pietro Apostolo.
L’oratorio degli uomini fu venduto alle Clarisse e l’altro, ora dedicato a S. Leonardo patrono di Imperia, di proprietà della confraternita di S. Pietro, venne affidato alle consorelle dell’Unione che vi realizzarono un ricovero per sole donne, mantenendo un’autonomia di fatto dall’Unione.
Nel secondo decennio del Seicento sorse la nuova confraternita femminile indipendente di S. Caterina, ufficializzata con atto pubblico nel novembre 1617. Sulla fine del secolo XVIII le attività vennero sospese in seguito alle vicende rivoluzionarie, ma dopo la Restaurazione i Disciplinanti di S. Pietro fecero riattare l’antica sede, che fu riaperta domenica 3 giugno 1821. Nel 1856 ebbe quindi luogo l’inaugurazione del nuovo oratorio in via San Maurizio, costruito in parte su terreno cedevole che rese necessaria la posa di palizzate di sostegno, come si legge in un carteggio depositato presso l’Archivio di Stato di Imperia.
Tra il 1863 e il 1868, al tempo della costruzione del teatro, gli sbancamenti effettuati per dare accesso alla piazzetta sottostante provocarono delle crepe nella parte absidale, per cui si dovette sostituire il terreno tra l’edificio sacro e la scaletta con pietrame a secco. Nel 1898 si riscontarono nuovi cedimenti, provocati secondo la priora Angela Sasso da infiltrazioni provenienti dalla cisterna della caserma dell’Esercito (attuale Questura). Il Comune di Porto Maurizio, a seguito di una perizia dell’ing. Giovanni Sicardi, deliberò d’intervenire con un contributo di 400 lire.
Sulle prime l’aiuto finanziario ritenuto insufficiente venne rifiutato, ma il 3 maggio 1900 la nuova priora Caterina Fassio decise di accettarlo, sia pur recriminando: “L’Amministrazione è fiduciosa che codesto consiglio municipale, tenuto conto dei servizi che rende alla popolazione, non sarà di certo per l’amor del paese e in memoria dei nostri avi che con sacrifizî eressero questo piccolo e divoto oratorio, lasciarlo ora distruggere, per risparmiare una spesa di ristori relativamente minima”.
Attiguo all'Oratorio un bel Palazzo al cui interno ritroviamo il pavimento in classico stile ligure, bianco e nero, identico a quello dell'Oratorio.
Pochi metri ed eccoci davanti al maestoso Duomo che non visitiamo, non abbiamo tempo, sarà per la prossima volta e ci inoltriamo nel Parasio vero e proprio, con le sue stradine, i suoi carrugi, angoli suggestivi,che io, Onegliese...., ammiro e contemplo, coinvolto anche dai racconti di Enzo.
Si prosegue verso la casa di San Leonardo e anche qui mi avvalgo della rete Internet.... Porto Maurizio manifesta da oltre tre secoli il culto e l'affezione per San Leonardo.
Nativo di Porto Maurizio (1676) il Santo è stato tra i più grande oratori e riorganizzatore dei tempi della Controriforma contribuendo alla riorganizzazione religiosa della Chiesa.
Il Santo ha svolto la sua opera missionaria principalmente nell'Italia centrale e meridionale e pur esserndo morto e sepolto a Roma nel 1751 il suo paese natio, a cui il Santo è stato molto legato, gli riserva grande devozione.
In Porto Maurizio si trovano la casa natale del santo che conserva ricordi della sua vita e della sua attività religiosa e la Chiesetta seicentesca a lui dedicata.
Quest'ultima conserva un prezioso altare barocco del 1667 e opere varie tra cui una tela con L'Addolorata e le Anime Purganti di Gregorio de Ferrari.
E ora le stupende Logge di Santa Chiara e l'Oratorio di San Pietro da dove lo sguardo volge verso San Lorenzo Al Mare e i monti circostanti, il Faudo, Monte Moro.
Fine della passeggiata e poi dal Bar Pepito per un sontuoso aperitivo in totale allegria e il tentativo di coinvolgere Enzo e Silvia di Sanremo a partecipare alle nostre gite e con la promessa di partecipare prossimamente, a queste belle iniziative, fermandoci magari a gustare all'aperto oltre l'aria fresca anche un buon bicchiere di vino assaporando la sempre magica atmosfera che si vive con i daichespiana.
Un grazie infine a Enzo, mio ex collega, scrittore e storico, che ho rivisto con molto, molto piacere.
Mirko
12/5/2019
La Rocca Barbena
Oggi l'incontro con i DCS è al parcheggio dello svincolo autostradale di Oneglia, siamo in 17 a trasferirci nel savonese. All'uscita del casello di Borghetto S.Spirito, oltrepassato il paese di Toirano ci dirigiamo verso la selvaggia Val Varatella fino a raggiungere la località Giogo di Toirano punto di partenza della gita odierna. Scesi dalle auto ci investe subito un'aria gelida che fa rabbrividire, ma non ci scoraggiamo e iniziamo impavidi la nostra escursione. Il percorso si snoda per buona parte in un bosco di altissimi faggi, a tratti si aprono radure che lasciano intravedere spuntoni di roccia bianca, seguendo l'Alta Via dei Monti Liguri giungiamo al Colletto Banco a m.939. Adesso proseguendo su terreno scoperto abbiamo una bella vista da un lato sul mare e dall'altra sul monte Galero ; peccato, non possiamo soffermarci molto perché un fastidioso vento di tramontana ci perseguita incessante. Raggiunta infine un'ultima forcella rocciosa, saliamo ancora brevemente fino a scorgere vicina la croce di vetta. Finalmente in cima alla Rocca Barbena a m.1142 ci avvolge il panorama che si estende sulla costa, la zona del monte Carmo, sull'alta Val Bormida e sui monti della Val Tanaro(Galero Antoroto, Mindino Pizzo d'Ormea) lo spettacolo è notevole, purtroppo siamo tutti gelati dal vento che continua a soffiare senza sosta, ci fermiamo giusto il tempo per la rituale foto con lo striscione e via veloci giù per la discesa. A questo punto si è fatto mezzogiorno e vorremmo fermarci per la pausa pranzo ; finalmente troviamo una radura sottostante il sentiero al riparo dall'aria, ma fa ugualmente freddo per cui la sosta è più breve del solito. Riprendiamo il cammino e ritorniamo al punto di partenza seguendo il medesimo percorso dell'andata. Arrivati al parcheggio siamo contenti di salire in auto per scaldarci un po'. Considerato il largo anticipo sull'orario previsto per il rientro, Mirko e Ivano propongono di visitare il borgo di Toirano, idea subito approvata all'unanimità. Giunti in paese la prima tappa d'obbligo è al bar Tanun du Cafè, dove il proprietario, che ci accoglie con entusiasmo, ci fa accomodare in saletta e ci offre pure i confetti del battesimo odierno di una nipotina. Oggi al contrario di altre volte prevalgono le ordinazioni di bevande calde, in compenso però a Mirko arriva un'enorme toast farcito, forse per consolarlo della troppo breve sosta pranzo. Mentre Ivano, insolitamente virtuoso, oggi ha mangiato un solo panino, dichiarando di avere iniziato la dieta, boh staremo a vedere.... Dopo esserci rinfrancati al bar, iniziamo la passeggiata nel borgo medievale di Toirano, percorriamo i portici, la grande piazza del centro storico fino a raggiungere la parrocchiale di S.Martino sovrastata da una bellissima torre merlata, il campanile della chiesa, e tornando per i vicoli incontriamo il Museo Etnografico e più avanti un ponticello sul torrente con la grande ruota del mulino ad acqua. La gita è terminata, torniamo a casa soddisfatti per aver impiegato un'altra interessante giornata a conoscere nuovi itinerari in compagnia del simpatico gruppo Daichespiana.
14 APRILE 2019 - GITA A GENOVA -
Da tempo pensavamo alla gita CAMOGLI-PORTOFINO ma in questi ultimi giorni abbiamo deciso di annullarla causa maltempo, era tutto pronto, mannaggia. Con il senno di poi si dirà " ma non era poi così brutto, si poteva andare" , ma chi ha la responsabilità di un gruppo deve ragionare diversamente..... Comunque sia in diciannove decidiamo di andare ugualmemte a Genova, qualcosa ci inventeremo, io sono un pochino preoccupato perché non ho avuto il tempo di preparare la visita, speriamo bene.... Arrivati in Stazione Principe breve sosta per colazione etc. poi a piedi lungo Via Balbi Via Cairoli, Via Garibaldi, per giungere al Palazzo della Meridiana dove alle undici apre la Mostra CARAVAGGIO E I GENOVESI, è presto, proseguiamo per Piazza De Ferrari e la Cattedrale di San Lorenzo, sempre interessante da visitare, dopo di che ritorniamo sui nostri passi e andiamo alla mostra che un po' ci delude in quanto a parte il famoso quadro ECCE HOMO del Caravaggio gli altri sono tutti di pittori meno conosciuti. Va be' abbiamo trascorso un po' di tempo....ora decidiamo di prendere la funicolare per Righi, mi sono informato, una volta arrivati ci sono bar etc. Sulla funicolare come ovvio facciamo un casino, sembriamo scolari..... E a me viene nel frattempo l' ansia, ma il Bar sarà aperto ? 😳 È aperto, anche se è un Circolo Privato, entro e chiedo se ci possono ospitare, si, sono stato convincente, meno male.... Mangiamo qualcosa, ci godiamo dalla terrazza il panorama di Genova e torniamo in centro, sempre in allegria. La mia intenzione è quella di portare il gruppo sull'ascensore del Bigo, al Porto Antico, niente da fare, causa vento forte non è consentito. Ci dividiamo ora in vari gruppetti, come previsto, io con altri rimango sul Porto e con Giusy ci facciamo anche un giro sulla ruota panoramica, dopo aver gustato un sostuoso gelato. Nel frattempo dallo Stadio arrivano, per me, buone notizie.... Gli altri decidono di tornare in centro, ci vedremo più tardi, nessun problema. Con calma, io e il mio gruppetto torniamo in stazione e alle 17.37 saliamo sul treno che ci riporterà a casa, e dobbiamo ringraziare tantissimo i dcs saliti a Brignole che faticosamente ci hanno tenuto il posto a sedere, bravissimi ! Viaggio di ritorno in allegria, come al solito, tutti siamo felici di aver trascorso una bellissima giornata insieme e finalmente anche io mi posso rilassare, giornata interessante, non ha piovuto, non ne ho perso neanche uno/a e il tempo a disposizione lo abbiamo ben utilizzato. Il tempo con i dcs trascorre troppo velocemente. ❤ Mirko
13 APRILE 2019
ALBENGA SEGRETA
Scherzando (ma non troppo!) mi è spesso capitato di affermare che le persone che passano il loro tempo libero camminando, in montagna o al mare, sono dotate di una sensibilità estetica ed umana superiori alla media. In effetti, durante le nostre passeggiate, ci capita molto spesso di camminare tra le immense bellezze del nostro territorio: quelle naturali e, a volte, quelle opera dell'uomo. Così, un passo dopo l'altro, è capitato anche di manifestare il desiderio di visitare opere normalmente non visitabili e l'organizzazione (con i tempi dovuti...) si è attivata! Sabato scorso ci dicevamo certi che almeno 20-25 amici avrebbero risposto alla chiamata...e invece eravamo più di ottanta (parecchi dcs, molti CAI Loano, alcuni del gruppo di Ceriale !) a trovarci a San Fedele di Albenga per visitare il bell'Oratorio di S Giovanni con i suoi affreschi cinquecenteschi raffiguranti scene della Passione di Cristo, opera del pittore cheraschese Bartolomeo Bottoneri. Dopo questa prima visita ci siamo sparpagliati per la pianura di Albenga (ma riuscendo miracolosamente a rientrare tutti a casa!!!), cercando di raggiungere le altre due belle chiesette di S. Stefano di Massaro, col simpatico scheletro dipinto, e di S. Dalmazzo, in un ambiente da sogno! Insomma, una giornata serena, soddisfacente per gli organizzatori e, spero, per i partecipanti, soprattutto per quelli che hanno pensato di chiudere le giornata davanti ad un bel piatto di farinata! P.S. Nel frattempo, a Genova, in palazzi dove l'ossigenazione al cervello e al cuore (ammesso che...) fatica ad arrivare, sono state abolite le tutele per 540 ettari di parchi regionali e 42 zone protette!!!
Gianni Peirano
ANELLO DEL FORT DE LA REVERE
31MARZO 2019
Un inizio di primavera dal sapore quasi estivo, oggi è in programma una gita oltre confine, la Tete de Chien e il Fort de la Revere. In auto con Mirko, Jutta e Irma raggiungiamo il resto del gruppo al parcheggio di via Littardi, ci ritroviamo tutti un tantino scombussolati, questa notte siamo tornati infatti all'ora legale, di conseguenza abbiamo avuto difficoltà a prendere sonno, ben presto però prevale lo spirito dei DCS sempre pronti ad affrontare la giornata con ottimismo. Formati gli equipaggi delle auto si parte, nel tragitto in autostrada con Mirko, Irma e Piera l'atmosfera è spensierata, tornano a galla vecchi e nuovi aneddoti da raccontare così in breve tempo siamo all'uscita per Monaco, poi in direzione verso la Turbie, e dopo alcuni tornanti, arriviamo ad un'area di sosta dove lasciamo le auto. Michele e Felice che conoscono bene il percorso oggi ci accompagneranno. Verso le 9,45 siamo pronti a incamminarci, oltrepassato un tornante inizia un sentiero che passa sotto alcune falesie bianchissime dove degli alpinisti si stanno arrampicando, inizia a fare molto caldo, cominciamo a togliere felpe e giubbotti, salendo immersi nella macchia mediterranea che in questo periodo è un'esplosione di colori, cespugli dal giallo intenso, la fioritura del cisto rosa e viola, gli iris blu e convolvoli rosa pallido. Superati alcuni brevi tornanti siamo in cima alla Tete de Chien a quota m.550 e qui troviamo strutture militari ed un osservatorio, arrivando così poi ad uno dei punti panoramici più belli della Costa Azzurra con vista grandiosa su Montecarlo, ci fermiamo a scattare alcune foto da questa terrazza spettacolare È ora di prendere la discesa che ci porta all'abitato di la Turbie, attraversiamo il grazioso borgo sovrastato dal monumentale Trofeo delle Alpi, sito archeologico dedicato alle battaglie vinte da Augusto sui vari popoli alpini Attraversando un'ombrosa pineta, ritroviamo il sentiero nuovamente in salita per raggiungere il Fort de la Revere. Il panorama è bellissimo, la temperatura ideale, ma l'appetito adesso si risveglia, acceleriamo il passo e presto giungiamo al Forte dove tutti accogliamo con entusiasmo la proposta di fermarci per la pausa pranzo. Anche stavolta si festeggia, Franca ha offerto lo spumante e i suoi biscotti, peraltro buonissimi. Si sa, in buona e allegra compagnia il tempo passa in fretta è già l'ora di riprendere la discesa prima su strada bianca molto panoramica, poi su sentiero roccioso che presenta qualche difficoltà. All'abitato di la Turbie, breve sosta alla fontana per rinfrescarci, poi dapprima su tratto in asfalto e poi lungo un bel sentiero panoramico ritorniamo al parcheggio, sono le 18,10 è stata una gita molto lunga ma ne è valsa la pena, abbiamo goduto un tempo gradevole e ammirato dei luoghi magnifici, grazie anche a Michelle e Felice che hanno studiato per noi questo percorso. Ci salutiamo stanchi ma contenti. Siamo a Imperia verso le 19,30. Rientro a casa con una bella sensazione in cuore.
Un arrivederci a presto a tutto il gruppo.
Patrizia Briganti
ANELLO DI OLIVASTRI
17 MARZO 2019
Ore sette di Domenica 17 Marzo, suona la sveglia ma è ormai da mezz'ora che sono in piedi per controllare di avere tutto anche se so che qualcosa inesorabilmente mi dimenticherò, speriamo nulla di importante. Ho tolto dallo zaino la crema solare protettiva, gli occhiali da sole no, è una abitudine portarmeli sempre dietro anche se oggi probabilmente non serviranno. Bennet ore otto, ho il tempo per fare colazione e dare uno sguardo ai giornali, poi rimango in attesa dei dcs che poco alla volta arrivano e alla fine ci ritroviamo in 24, qualcuno ha rinunciato. In breve giungiamo a Olivastri, parcheggiamo le auto e iniziamo il nostro trekking spronati da Ivano, il Capogita di giornata che ha ideato questa escursione. Subito in salita, come spesso accade ma ce la pigliamo comoda, non abbiamo fretta, non dovrebbe piovere ma nel caso siamo equipaggiati, non sarebbe la prima volta, speriamo bene ma ben presto ci rendiamo conto che non solo non pioverà ma avremo anche qualche raggio di sole. Raggiungiamo il Monte Aquarone, fa freddino, ci copriamo e iniziamo la discesa vero la Cappelletta di Lucinasco dove non ci fermiamo in quanto Ivano ha proposto di pranzare al laghetto sottostante, nessuno fa obiezioni, lui conosce bene il percorso e se ha deciso così una ragione ci sarà e a questo proposito ricordiamo che é e sarà sempre il Capogita che decide e deciderà nelle nostre gite. Eccoci quindi al momento della sosta, tutti seduti intorno al lago, dagli zaini escono bottiglie di vino e i soliti dolci, le calorie consumate vengono ben presto riacquistate...... Non ci fermiamo molto, fa freddino e abbiamo appuntamento con il Parroco di Lucinasco per la visita alla Chiesa della Maddalena per cui zaino in spalla e dopo avere attraversato il centro storico del paese arriviamo alla quattrocentesca Chiesa, Don Stefano ( contattato dal nostro Gianni Peirano ) è gia lì che ci sta aspettando. Una bella spiegazione sulla storia della Chiesa ma anche sulle difficoltà oggettive che un prete di campagna ha nel dover gestire le varie situazioni nell'ambito Parrocchiale. Riprendiamo il cammino e in breve ritorniamo sul sentiero dell'andata e completando l'anello ce ne ritorniamo alle auto dandoci appuntamento al Bar Le Cave dove, come di consueto, concludiamo in bellezza questa giornata pensando a coloro che per motivi vari purtroppo oggi non sono con noi. Ci salutiamo, facciamo largo per far passare il nostro Socio Dottor Castelli che oggi è venuto con la sua splendida e super accessiorata Ape e ci diamo appuntamento per la prossima avventura che detto tra noi sarà piuttosto impegnativa.....al Ristorante Italia a Ormea.
Mirko
DOMENICA 10 MARZO 2019
Gita Genova Staglieno
Una domenica dedicata alla cultura, il gruppo DCS prenderà il treno per andare a Genova dove è prevista la visita guidata al Cimitero Monumentale di Staglieno e poi al centro storico della città. Alla stazione di Imperia ci troviamo in un bel numero di partecipanti, alcuni sono già sul treno provenienti da Sanremo e Taggia. Lungo il tragitto, alla fermata di Albenga, salgono Stefania Raimondo e Maura, una nostra ex iscritta che manca dal gruppo da un po' di tempo, io personalmente non la incontravo da un anno e mi fa molto piacere rivederla. Il viaggio trascorre in gradevole compagnia, ben presto arriviamo a Genova P.P. e da qui prendiamo il Bus che ci porta in Val Bisagno. Giunti in perfetto orario all'ingresso incontriamo la guida locale, Fabrizia, che ci accompagnerà in questo percorso. Entriamo quindi all'interno e davanti all'imponente statua della Fede Fabrizia ci spiega che il Cimitero di Staglieno sorge in un'area di 330.000 metri quadri ed è uno dei più grandi d'Italia dopo Roma e Milano e il più importante d'Europa in quanto custodisce numerose opere d'arte di notevole pregio. Inizia quindi la visita, camminando lungo il perimetro dove sorgono i portici con le tombe delle famiglie borghesi e nobiliari più importanti di Genova, centinaia sono i monumenti e le bellissime statue ; ci soffermiamo solo presso alcune di esse, quelle più rappresentative dell'arte dell'Ottocento e Novecento ligure. Merita una sosta più prolungata al simbolo di Staglieno, Caterina Campodonico, commovente la sua storia, si narra che da umile venditrice ambulante di noccioline e canestrelli volle risparmiare tutta la vita per commissionare la sua statua ad un famoso scultore e avere così un monumento che la rendesse immortale. Salendo alcune scalinate arriviamo ai portici superiori, alla chiesa del Pantheon e alla collina Boschetto, un percorso immerso nel verde dove sorgono le grandi cappelle di famiglia e la tomba di Giuseppe Mazzini eroe del risorgimento. L'interessante visita si conclude alla cappella di Fabrizio De Andrè qui sepolto. Dopo la foto di rito e i saluti con la nostra brava accompagnatrice riprendiamo il Bus che ci porta in centro dove andremo a pranzare al Pastificio Genovese, localino situato nei tipici caruggi, nei pressi della Cattedrale di san Lorenzo. Nel pomeriggio ognuno è libero di dedicare il tempo rimanente come desidera. Quindi la compagnia si divide in gruppetti. Io con Rosangela e Maura decidiamo di visitare alcune chiese, S. Lorenzo, Chiesa dei Barchi a Sottoripa,S.Vittore e Carlo, Del Gesù, S.Pietro in Banchi, tutte interessanti per i bellissimi affreschi e dipinti. Ritornando verso la stazione ci fermiamo a riposare in un bar di via Balbi, siamo stanche ma soddisfatte della nostra giornata. Ed ora spazio a Mirko che proseguirà il resoconto con il racconto effettuato insieme al suo gruppo accompagnati da Marilena e a Giusy con un altro gruppetto. Buon proseguimento! Patrizia Briganti Come ha scritto Patrizia, nel pomeriggio si sono formati alcuni gruppetti, come previsto del resto. Io e altri 19 dcs decidiamo di seguire Marilena e dopo aver visitato San Lorenzo ce ne andiamo a Palazzo Ducale per poi fare un bellissimo giro nel centro storico, Sant' Agostino con il suo bellisimo chiostro e la Chiesa di Santa Maria di Castello all'interno della quale incontriamo Silvano, un signore un po' strano....ma che ci spiega un sacco di cose e che poi ci porta in un angolo molto bello dove è appena terminato un matrimonio e dove facciamo un bel brindisi..... Ancora un breve giro ma la giornata volge al termine, ringraziamo Marilena e con calma ritorniamo in stazione attraverso i vicoli e Via Balbi, felici di aver trascorso una così bella giornata. Anche Giusy, facente parte di un altro gruppetto ci racconta qualcosa. Noi dopo una buona mangiata in ristorante ci siamo recati alla porta di Cristoforo Colombo attraverso via San Lorenzo e Piazza de Ferrari . Siamo andati quindi nel centro storico dopo essere stati in via Garibaldi, dove, nell' atrio del Comune abbiamo visto il colonnato con targhe di tutti i quartieri genovesi, dopo di che in allegria siamo ritornati in Stazione.
3 MARZO 2019
Anello di Conna
Questa domenica si preannuncia positiva, esco di casa con la sensazione che tutto andrà per il meglio, il cielo è terso, l'aria è frizzantina ma splende un bel sole che presto renderà mite l'atmosfera. Con Mirko, Jutta, e Rosangela raggiungiamo una parte del gruppo al parcheggio dell' OVS a Imperia e poi si riparte Prima di entrare in Andora svoltiamo in direzione Valle Merula verso l'omonimo fiume dove parcheggiamo le auto nei pressi dell'abitazione di Vanda, qui ci aspettano altri DCS tra i quali, gradito ritorno, anche Ambra, e alcune new entry, Paolo, Stefania e Francesco. Siamo in 21pronti a partire. Ieri Giorgio, Gabriella e Vanda hanno effettuato il percorso, inserendo un nuovo tragitto fino al borgo di Conna, per renderlo ancora più lungo e interessante. Inizia l'escursione, lasciamo la borgata S.Giovanni, il sentiero si inerpica immerso nella macchia mediterranea, il gruppo è allegro, si chiacchiera, si scherza, poi la salita diventa impegnativa e tutti tacciono...., Salendo la visuale si apre offrendo da un lato lo scenario dell'insenatura di Capo Mele con l'Isola Gallinara e dall'altro Capo Cervo ; un'ultimo strappo e arriviamo all'incantevole paesino di Conna. Qualcuno si ferma al bar per un caffè, altri seduti al sole si concedono un po' di riposo e uno snack, poi ci rimettiamo in cammino e dopo un'altra salita su selciato medioevale raggiungiamo un altopiano molto panoramico ; da qui il sentiero pianeggiante si colloca in un tratto della Via della Costa situato nel vasto percorso che conduce i viandanti in pellegrinaggio dalla Spagna a Roma e viceversa, sulla Via di Santiago di Compostela. Inizia una discesa piuttosto lunga, sono quasi le 13 e l'appetito comincia a farsi sentire, io Rosangela e Vanda ci siamo attardate a fare delle foto, il luogo, è troppo bello, gli altri sono spariti... Finalmente giungiamo a Passo Chiappa a quota 380 m. confine tra le province di Savona e Imperia. Qui i nostri compagni hanno trovato un posto per mangiare così ci accomodiamo anche noi ; dopo il pranzo qualcuno si sdraia sulle rocce a godersi il sole. Sulle nostre alture l'inverno pare già passato, si avverte nell'aria un sentore di primavera, tra l'erba possiamo già ammirare i bei colori di viole, margherite, orchidee selvatiche, begonie asiatiche (questa me la sono inventata) Vorremmo tutti fermarci ancora un po', ma il rientro è lungo e poi a fine gita ci aspetta una bella sorpresa.....quindi alle 13,40 ripartiamo affrontando una lunga ripida discesa che ci porta alla Chiesa di S. Giovanni, siamo ad Andora e attraversato un'antico ponte medioevale sul Merula, ritorniamo dove abbiamo lasciato le auto. Qualcuno torna a casa, non sa cosa si è perso! E qui arriva il bello, ci rechiamo a casa di Vanda che ci ha invitatoper un rinfresco, e quando entriamo nella sua accogliente tavernetta, rimaniamo stupefatti da tutto il ben di Dio che si trova sulla lunga tavolata, pizza, focaccia, torta verde, friscioi, torte salate, bagna cauda, fave, salumi,formaggi, vini, bevande, dolci e chi più ne ha più ne metta. Tra lei e Gabriella si sono date un gran da fare per preparare tutte queste buone cose. Tra una portata e l'altra, un gotto di vino e un'altro, le battute si sprecano, l'allegria non manca e due ore volano via in men che non si dica. Un'altra occasione in cui si è manifestata la grande generosità dei DCS. Grazie a Vanda e a Gabriella per averci donato una strepitosa serata, ciliegina sulla torta di questa domenica che ci ha riscaldato il cuore. Buona settimana a tutti ! Patrizia Briganti